Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro critica apertamente la riforma della Giustizia del suo ministro, Nordio, che contiene la separazione delle carriere dei magistrati: “L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta”. Poi ritira tutto: “C’è assoluta condivisione delle misure messe in campo”.

Il sottosegretario Delmastro non se la prende solo con i magistrati, ma anche con la riforma della Giustizia, varata dal suo governo e messa a punto dal suo dicastero, contro cui protestano i magistrati. Un corto circuito.

La riforma, che contiene la separazione delle carriere dei magistrati, la costituzione di due Consigli Superiori della magistratura separati e l’istituzione di un’Alta Corte per la giurisdizione disciplinare dei magistrati, contenuta nel disegno di legge costituzionale del governo, ha avuto il primo ok alla Camera e ora è all’esame del Senato. Trattandosi comunque di un disegno di legge di riforma costituzionale, l’iter è ancora lungo: deve essere approvato due volte sia dalla Camera sia dal Senato, e molto probabilmente il testo sarà poi sottoposto a referendum.

Contro la riforma hanno protestato le toghe lo scorso 27 febbraio, con uno sciopero. E il Csm si era già espresso negativamente sul ddl governativo. Ma a stupire è oggi il fatto che a criticare il testo oggi ci sia un esponente della maggioranza, e non un esponente qualsiasi: il sottosegretario alla Giustizia Delmastro, deputato molto vicino a Meloni, con cui condivide anche il partito.

Riforma della giustizia, com’è andato l’incontro tra Meloni e l’Anm

In un’intervista al Foglio Delmastro ha criticato apertamente la riforma voluta da Nordio, e nel farlo non è stato morbido: “Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta”, ha detto in un colloquio con ‘Il Foglio’ il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, lasciando intendere anche di avere dubbi sull’istituzione di un’Alta corte disciplinare, su cui anche la premier Meloni, scrive il Foglio, aveva espresso perplessità, durante l’incontro della scorsa settimana con l’Anm.

Cosa c’è dietro la riforma della Giustizia e la separazione delle carriere: lo svela Delmastro

Il problema di quest’affermazione è che indirettamente ammette il vulnus della riforma che è stata sollevata da tanti giuristi, e cioè che il vero obiettivo del ddl è portare il pubblico ministero sempre più sotto il controllo del potere esecutivo.

Lo dice anche dall’ex presidente dell’Anm, Santalucia, in un’intervista a Fanpage.it: “La separazione delle carriere comporterà che ciascuna magistratura sarà governata dal proprio Csm e aprirà alla possibilità, direi certezza, che i gradi di autonomia delle due magistrature saranno qualitativamente diversi. Se il giudice è distinto dal pubblico ministero, vuol dire che il pubblico ministero non parteciperà delle stesse garanzie di autonomia e indipendenza del giudice”.

Per Santalucia la chiave della riforma sarebbe proprio questa: “Si vogliono indebolire le garanzie del pubblico ministero perché oggi, avendo le stesse garanzie di un giudice, secondo il ministro e secondo questa prospettiva riformatrice, è un organo incontrollato e incontrollabile. Ovviamente la premessa è errata, ingiusta, falsa”.

Il ragionamento di Delamstro mostra le vere intenzioni del governo. Vediamo cosa dice nel colloquio con il Foglio: “C’è un rischio nel doppio Csm. O si fa fino in fondo e si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini. Ma dare un Csm al pm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro”.

E ancora: “Quando un pm non dovrà neanche più contrattare il suo potere con i giudici in un solo Csm, e avrà un suo Csm che gli garantirà sostanzialmente tutti i privilegi, quel pm prima ancora di divorare i politici andrà a divorare i giudici, che hanno il terrore di questa roba”, ha detto Delmastro al Foglio.

“Che l’intento del governo fosse quello di collocare i pubblici ministeri in qualche modo sotto le direttive della politica lo avevano già confessato il ministro Nordio, in molte occasioni, e i capigruppo della Lega e di FdI Molinari e Malan. Oggi sulle pagine de ‘Il Foglio’ arriva l’ammissione limpida e argomentata del sottosegretario Delmastro, che spiega chiaramente quello che noi abbiamo già detto fino allo sfinimento: il governo Meloni punta a cancellare l’autonomia delle procure togliendo loro il potere di direzione delle indagine e/o sottoponendole esplicitamente alle direttive della politica”, fanno notare i rappresentanti del M5s nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.

Secondo i pentastellati, “staccando i pubblici ministeri dalla cultura della giurisdizione si creerebbero dei superpoliziotti che dovrebbe inquietare, e non rassicurare, i garantisti veri o presunti. E quindi ecco la verità finale: l’approdo – concludono i parlamentari M5s – sarà quello di mettere le procure sotto la frusta della politica, così da addomesticarle e renderle innocue per alcuni. Immaginiamo che oggi arriverà un goffa smentita ma la verità ormai l’hanno capita tutti”.

Lo ha spiegato molto chiaramente Santalucia a Fanpage.it: “Se si vuole mantenere lo stesso grado di autonomia, perché mettere mano alla riforma? Io credo che il ministro Nordio in questo sia di una sincerità apprezzabile, alle Camere dice le cose come le pensa: secondo il ministro un pubblico ministero che oggi gode delle garanzie del giudice, è un pubblico ministero che va riformato. Quindi mettono mano alla riforma perché questo grado di indipendenza e autonomia del pubblico ministero, non piace”.

Le polemiche dopo le frasi di Delmastro: “Se la riforma fa schifo si dimetta”

“Oggi il sottosegretario alla giustizia, Delmastro, dice a Il Foglio che la riforma della giustizia presentata dal ministro della giustizia, Nordio, fa schifo. Stesso governo, stesso partito, stesso palazzo, eppure dicono l’uno il contrario dell’altro. Tutto bellissimo, davvero. La domanda è: che fa oggi la Meloni? Fa dimettere il Ministro della Giustizia Nordio, che ha fatto la riforma, o il sottosegretario Delmastro, che dice che la riforma fa schifo? Attendiamo una risposta da Giorgia appena esce dal letargo. Nel frattempo su ‘L’Influencer’ trovate dei particolari inediti su questo sottosegretario Delmastro. Definito sadico e pericoloso ancora non rende l’idea. Chi leggerà il libro, capirà”, ha scritto sui social il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

“E così la tanto strombazzata riforma della magistratura del ministro Nordio riceve dal suo sottosegretario, Delmastro, una decisa bocciatura”, ha scritto su X la vicepresidente della Camera, Anna Ascani (Pd). “Siamo oltre la crisi interna, siamo allo svilimento delle istituzioni. Le dimissioni sono doverose. Di uno dei due. O di entrambi”.

“Delmastro non condivide la riforma della giustizia? Faccia un atto di coerenza e si dimetta. Dopo essere stato condannato per rivelazione del segreto d’ufficio, avrebbe già dovuto lasciare il suo incarico, ma ora ha un motivo in più per farlo. Le sue dichiarazioni confermano l’inaffidabilità di un governo che si sfiducia da solo”, si legge in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.

“La riforma della giustizia voluta dal governo Meloni e dal ministro Nordio – ha aggiunto Bonelli – rappresenta un attacco alla magistratura, apre porte alla corruzione con abolizione abuso d’ufficio. Il paradosso è che nemmeno il sottosegretario alla Giustizia Delmastro ci crede. Lo ammette candidamente, come se fosse un osservatore esterno e non uno dei rappresentanti del ministero che l’ha promossa. Delmastro e Nordio dovrebbero avere un sussulto di dignità e rassegnare le dimissioni perché si sono mostrati inadeguati. Il governo ci accusa di presentare troppe mozioni di sfiducia, ma il problema è che la maggioranza si sfiducia da sola. Sul riarmo sono divisi, sulla giustizia sono divisi, su molte questioni cruciali non hanno una linea comune. Semplicemente, non sanno più dove andare”.

“Nell’intervista di oggi il sottosegretario alla Giustizia Delmastro boccia quasi integralmente, salva solo il sorteggio per il Csm, la pessima riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio. Una vera e propria sfiducia di fatto a Nordio dell’uomo punta di Fdi al ministero della Giustizia”, ha detto il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

“Quella sulla giustizia – ha aggiunto – è l’ennesima divisione del centrodestra dopo quella clamorosa di ieri a Bruxelles sul riarmo europeo e il sostegno all’Ucraina dove il partito della Meloni ha votato sì alle armi e si è astenuto sull’Ucraina, Forza Italia ha dato un doppio sì mentre la Lega un doppio no. E poi dicono delle divisioni del campo progressista. Fratelli d’Italia scarica il Ministro Nordio o Delmastro, visti i suoi guai giudiziari in corso, cerca di ingraziarsi i giudici?”.

Ma anche gli esponenti della maggioranza sono rimasti spiazzati: “Io rispetto le posizioni di tutti, ma questa di Delmastro è una posizione incomprensibile e indecifrabile”, ha detto Tommaso Calderone, capogruppo di FI in Commissione Giustizia alla Camera. “Io mi attengo ai fatti. Si tratta di un ddl governativo che è già stato votato. Noi andiamo avanti, se Delmastro ha dei dubbi” sulla riforma della separazione delle carriere “è un problema suo”, ha aggiunto l’esponente azzurro.

Dopo le critiche è arrivata la smentita di Delmastro

“Oggi un articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia. Approfitto della circostanza per precisare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto segue. Ribadisco che l’impianto della riforma è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c’è assoluta condivisione delle misure messe in campo. Ribadisco che proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile”, si legge in una nota firmata da Andrea Delmastro delle Vedove.

“Ribadisco che grazie al sorteggio e all’alta corte disciplinare ci sarà una vera indipendenza della magistratura dalla politica, perché questa ne rimarrà finalmente fuori. Ho argomentato che in fase di stesura della riforma c’era un confronto fra due opzioni, quella con un Csm unico e quella con due, ognuna delle due con vantaggi e svantaggi. La soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra. Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà”, ha aggiunto Delmastro.

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