Aumenta il numero di enoturisti. Sale il prezzo che sono disposti a pagare per una esperienza (sempre più completa) in cantina. E cresce il valore medio delle bottiglie che vengono acquistate alla fine della visita. Sono i trend che emergono con più evidenza dall’edizione 2025 del report che Divinea realizza attraverso l’analisi dei dati forniti dalle oltre 400 cantine che utilizzano il suo software di gestione Crm (Customer relationship management), Wine Suite.
Si tratta quindi di numeri non generalizzabili all’universo delle cantine che aprono le loro porte ai turisti, «ma sono comunque indicativi di un trend innegabile di sviluppo e trasformazione dell’offerta, di cui le cantine che hanno deciso di investire in un sistema di gestione informatica come il nostro sono l’avanguardia – dice Filippo Galanti, co-fondatore di Divinea –. Un investimento che tra l’altro è alla portata di tutte le aziende, come dimostra la composizione dei nostri clienti che per il 40% producono tra le 50mila e le 250mila bottiglie e per un altro 27% da 25mila a 50mila bottiglie».
Non è da questo report quindi che si può dedurre il peso complessivo dell’attività enoturistica, che tuttavia gli addetti ai lavori vedono in crescita e per cui Nomisma nel 2023 stimava un giro d’affari di 2,9 miliardi di euro, con il 40% delle aziende vitivinicole che dichiarava l’intenzione di avviare nuove attività in questo ambito.
Secondo Divinea, il numero di visitatori ha registrato una crescita costante: +12,7% tra il 2022 e il 2023 e +22,6% l’anno successivo. Nel 2024 quasi il 42% delle prenotazioni è arrivato da turisti stranieri, contro il 35% del 2023. In testa ci sono i wine lovers provenienti dagli Usa con il 30%, seguiti da Germania (9,1%) e Uk (7,5%). Il picco di presenze è a settembre (12,7%), ma quote simili si registrano da maggio a ottobre, con una «conferma della progressiva destagionalizzazione», si legge nel report.
Il valore medio per prenotazione è salito del 40% in due anni, raggiungendo i 129 euro nel 2024 (acquisti ed “extra” esclusi). Aumenta anche la dimensione dei gruppi, mediamente formati da 3,5 persone per prenotazione: quindi il costo medio pro capite è di circa 37 euro. Le esperienze più richieste vanno dai 21 ai 35 euro a testa (38,6%), seguite da quelle tra i 36 e 50 euro (29,5%), «confermando una maggiore propensione dei visitatori a investire in attività più complete e immersive». Gli scontrini fino a 20 euro scendono al 13% (dal 20,2% dell’anno precedente), mentre cresce la richiesta di esperienze tra i 50 e i 100 euro (17,6% in salita di 5,7 punti). Quelle sopra i 100 euro restano una nicchia (1,4%), «ma indicano un pubblico disposto a investire in percorsi esclusivi».