Storie Web venerdì, Ottobre 24
Notiziario

Più del 50% dei consumi energetici del Paese hanno come finalità ultima la produzione di calore, principalmente per il riscaldamento e per i processi industriale: basta questo numero a spiegare la centralità della tecnologia delle pompe di calore tanto per la transizione ecologica quanto per la strategia energetica del paese.

Da questa semplice constatazione ha preso il via ieri su Radio 24 la Digital Round Table Energia che si rinnova: l’evoluzione delle pompe di calore, moderata da Maurizio Melis, giornalista e conduttore di Radio 24, con la partecipazione di Riccardo Bani, Presidente di ARSE; Diego Ciocca, Head of Product Management HVAC Business Samsung Electronics Italia, Dario Di Santo, Direttore Fire Italia; Giuseppe Latour, Giornalista del Sole 24 Ore; Mario Motta, Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale del Politecnico di Milano; Massimiliano Pierini, Managing Director RX Italy e Ferdinando Pozzani, Amministratore Delegato Teon.

Gli interventi degli ospiti hanno più volte sottolineato come le pompe di calore, oltre a offrire efficienza energetica e (almeno a livello locale) emissioni inquinanti zero, siano un fattore abilitante di una serie di trasformazioni che vanno incontro sia agli obiettivi ambientali che a quelli di competitività e maggiore indipendenza energetica del Paese: riducono il fabbisogno di energia primaria, favoriscono il processo di elettrificazione e aprono la strada alla possibilità, per imprese e cittadini, di partecipare al mercato dei servizi della rete elettrica, cioè all’implementazione della logica demande-response, secondo la quale chi è in grado di modulare la propria domanda di energia in relazione ai bisogni della rete elettrica viene per questo retribuito. Le stime mostrano che, a regime, questi contributi potrebbero valere una parte consistente della bolletta elettrica

In Italia, il mercato delle pompe di calore gode di discreta salute. I dati di medio periodo – depurando la serie storica dal picco artificiale creato dal superbonus – mostrano una crescita costante delle unità installate, in particolare nel settore degli impianti residenziali di media taglia (condomini) e per la produzione di calore di processo.
E a differenza di quanto accade per altre tecnologie “green”, la filiera industriale sottostante ha solide basi manifatturiere in Europa particolarmente in Italia, dove si stima che gli investimenti cresceranno di circa il 30% nei prossimi due anni.

Un quadro globalmente positivo, dunque, dove però non mancano le ombre:

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