Prezzo dell’energia elettrica in discesa a marzo in Italia. Il Pun Index Gme, l’indice del prezzo dell’elettricità del Gestore Mercati Elettrici, ha infatti registrato un deciso calo rispetto a febbraio, a 120,55 euro al MWh: 29,81 euro meno del mese precedente, per una caduta del 20%. Non succedeva dall’ottobre scorso, da quando i prezzi hanno cominciato a salire fino ai picchi di febbraio. Il valore rimane comunque superiore a marzo 2024 quando il prezzo dell’elettricità italiana era pari a 88,86 euro al MWh. La tendenza in contrazione è confermata dall’andamento del prezzo di aprile, con la media finora di 107,97 euro al MWh.
La variazione ribassista del Pun Index è stata riscontrata in tutti i gruppi di ore, con un minimo orario di 8 euro al MWh registrato domenica 16 marzo.
Il confronto europeo
Come scrive il gestore nella sua analisi mensile, la flessione avviene «analogamente a quanto osservato anche sulle altre principali borse elettriche europee». A marzo in Francia il prezzo dell’elettricità si è attestato a 77 euro al MWh (contro i 122 di febbraio), in Germania a 95 (contro i 128 di febbraio), in Spagna a 53 (contro i 108 di febbraio). I valori italiani rimangono i più alti.
Le cause
Tra i motivi della contrazione, rileva sempre il Gme nella sua fotografia mensile, c’è il rallentamento del prezzo del gas (42,59 euro al MWh sull’indice italiano Igi, ai minimi dal mese di novembre), il calo degli acquisti di elettricità e una crescita delle vendite rinnovabili, che ha toccato a marzo il 44,7% del totale, ai massimi da novembre con una produzione spinta da eolico e solare.
I volumi
Nel mese di marzo gli acquisti di energia elettrica nel sistema si sono attestati a 23,6 TWh (-7,8% in media oraria su febbraio), il minimo da novembre 2024. «La flessione è osservabile sia sulla componente di borsa, a 19,5 TWh (-6,6%), sia sulla componente derivante da contrattazione bilaterale, a 4,0 TWh (-13,2%), con la liquidità del mercato che, in virtù di tali variazioni, è risultata in crescita al massimo storico mensile, pari a 82,8% (+1,1 punti percentuali)», scrive il Gme nella sua analisi. Il calo interessa sia gli acquisti nazionali, a 23 TWh (-7,2%), sia le esportazioni, a 0,5 TWh (-29,9%). Diminuzioni si rilevano anche sul lato dell’offerta, in cui scendono le vendite nazionali, a 19,1 TWh (-5,5%) e le importazioni, a 4,5 TWh (-16,5%), il minimo da ottobre 2024.