La spesa online guadagna spazio tra le abitudini degli italiani. Nel 2025 gli acquisti online di prodotti food & grocery, quelli alimentari e del largo consumo confezionato ovvero la classica spesa online, mettono a segno un +7%, diretta conseguenza della diffusione dei servizi di food delivery, Situazione analoga per i prodotti di bellezza, cosmetici e cura della persona le cui vendite aumentano del 7% mentre informatica ed elettronica di consumo, editoria, arredamento e accessori per la casa, abbigliamento vedono un trend allineato a quello dell’e-commerco, intorno al +5-6%. Il comparto dei ricambi per l’auto e moto è l’unico con performance inferiori alla media. Questo il quadro delle categorie merceologiche più vendute online nel corso dell’anno secondo i dati dell’Osservatorio E-commerce B2c del Politecnico di Milano e Netcomm con un giro d’affari che supererà di poco i 40 miliardi mentre la penetrazione dei consumi online sul totale dei consumi è all’11,2%, in crescita di mezzo punto. L’informatica ed elettronica di consumo è il comparto con l’incidenza dell’online più alta nel 2025, pari al 43% della spesa complessiva. Seguono arredamento e home living con un’incidenza del 20% e l’abbigliamento con il 18%.
Il comparto del food&grocery con i tre segmenti: food delivery (piatti a domicilio), grocery alimentare (spesa online da supermercato) ed enogastronomia (cibi e bevande di nicchia) – che riscontra una crescita del +7% sul 2024 e vale 4,9 miliardi di euro. In particolare continua la crescita del segmento food delivery (+8% rispetto al 2024), che vale a oggi il 46% dell’alimentare online. Continua inoltre il processo di razionalizzazione dell’offerta: i ristoranti affidano il delivery, infatti, alle grandi piattaforme dedicate a questa tipologia di servizio, mentre gestiscono in-house il take-away con ordine ricevuto online e ritiro nel locale. Per quanto concerne il grocery alimentare, tra le oltre 60 iniziative di spesa online da supermercato attive in Italia, la maggior parte (87%) sono iniziative lanciate da retailer della Gdo. L’enogastronomia invece ha un impatto sull’export di circa il 20% con una crescita del +3% rispetto all’anno precedente, per uno scontrino medio di circa 130 euro. Il comparto beauty&pharma, che riunisce al suo interno sia i prodotti farmaceutici sia quelli destinati alla cura e l’igiene della persona, raggiunge i 3,1 miliardi con uno scontrino medio di 37 euro, i due segmenti sono sempre di più impegnati a fornire ai clienti assistenza all’acquisto e consulenza personalizzata, anche in ottica di sostenibilità dell’esperienza stessa. Il comparto dell’arredamento e home living (arredo da interno e da esterno, oggettistica e decorazioni, accessori per la cucina, tessile, illuminazione) registra una crescita in linea con quella del settore (+6%) e tocca quota 4,7 miliardi. I progetti più innovativi mirano al miglioramento della customer experience grazie a strumenti basati sull’utilizzo della realtà aumentata per progettare online i propri spazi e l’offerta di servizi logistici di valore aggiunto come servizi di consegna al piano. L’abbigliamento con i capi di vestiario, scarpe e accessori nuovi e usati cresce del +5% rispetto al 2024 e raggiunge un valore di 6,2 miliardi e uno scontrino medio di 114 euro. Gli operatori del comparto sono impegnati in particolar modo nell’ottimizzazione del second-hand market e nel lancio di nuovi marketplace.
«Questi primi mesi del 2025 confermano che l’e-commerce in Italia sta vivendo una fase di consolidamento, con una crescita moderata rispetto al passato, ma accompagnata da un’evoluzione strategica. Oggi, l’online non è più solo un canale di vendita, ma anche uno strumento relazionale attraverso cui i brand mirano a costruire connessioni autentiche con i consumatori, offrendo esperienze sempre più personalizzate, interattive e coinvolgenti – spiega Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano -. In questo contesto, l’innovazione tecnologica – in particolare quella legata all’intelligenza artificiale – sta giocando un ruolo cruciale. Inoltre, il retail media, i marketplace e gli altri modelli di platform based contribuiscono a generare nuove possibilità di fare business. Allo stesso tempo, progetti omnicanale, in primis unified commerce e social commerce, insieme a pratiche orientate alla sostenibilità ambientale e sociale e iniziative di personalizzazione, arricchiscono l’esperienza del cliente. Saranno quindi diverse le principali sfide del prossimo futuro per i merchant italiani: dalla competizione all’ottimizzazione dei processi attraverso l’automazione, dall’evoluzione dell’esperienza utente all’adattamento alle nuove abitudini dei consumatori».
Quest’anno il numero dei consumatori che acquistano online supera i 35 milioni con l’arrivo di 1,2 milioni di nuovi clienti mentre le imprese attive nell’e-commerce B2C sono oltre le 91mila. «I dati ci dicono che aumentano i volumi, ma con carrelli più leggeri: segno di acquisti più frequenti, più attenti e più segmentati. Emergono così tre modelli di acquisto dominanti: il consumatore price sensitive, che sacrifica il servizio per la convenienza; il consumatore orientato al second hand, che cerca una risposta economica e sostenibile; l’esperienziale, per il quale Intelligenza Artificiale, contenuti editoriali e servizio costruiscono una relazione di valore – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. Il prossimo passo per le imprese sarà investire in logistica, customer experience e tecnologie abilitanti per consolidare la relazione con i consumatori e sostenere la competitività del Made in Italy anche sui mercati internazionali. Guardiamo quindi con fiducia alle opportunità che il futuro digitale offre, consapevoli che solo attraverso innovazione e capacità di adattamento si potrà rafforzare la leadership nel mercato globale».