Ogni tanto chi progetta elettronica di consumo prova strade nuove. La direzione non è quasi mai artistica: comandano il mercato e ciò che esce dai laboratori di ricerca e sviluppo. Quando però non è la tecnologia a comandare, prevale il design, inteso come capacità di risolvere problemi.
Gli auricolari in-ear, quelli che si inseriscono dentro l’orecchio, non piacciono a tutti. Se sono di qualità, suonano davvero bene. Un driver in ogni auricolare emette musica attraverso un tubo, direttamente nel condotto uditivo e fino al timpano. Normalmente, attaccato all’estremità dell’imbuto, c’è una “punta” in silicone progettata per creare una tenuta, isolando così chi le indossa dai rumori esterni. Indipendentemente dai materiali utilizzati e dalla forma, alcuni li considerano invasivi e fastidiosi. E anche poco igienici.
Da alcuni mesi sono comparsi sul mercato auricolari open-ear, che si “appendono” all’orecchio somigliando a un orecchino. Agli audiofili non piacciono. A quelli veri non piacciono neanche gli open-ear, perché molti sostengono che le cuffie over-ear, quelle classiche dotate di padiglioni di grandi dimensioni che circondano l’orecchio, sigillandolo, restano le migliori per ascoltare musica. Ma è un segno dei tempi che il combinato disposto di smart working, podcast e intelligenza artificiale abbia indotto gli ingegneri delle Big Tech a studiare nuove forme per rendere sempre più comodo indossare le cuffiette.
L’ultima idea è quella dell’auricolare-a-orecchino. Sul mercato ci sono già le Ultra Open Earbuds di Bose, i WF-L900 Linkbuds di Sony e le Huawei Freeclip. Ora si aggiunge il marchio JVC con i suoi primi auricolari true wireless open-ear, che abbiamo provato in anteprima. I Nearfone HA-NP1T – così li ha chiamati Jcv – sono ispirati agli orecchini senza buco. L’autonomia è molto buona: usandoli spesso per ascoltare podcast e telefonate, ho chiuso serenamente la giornata. Viene promessa un’autonomia di 24 ore, quindi niente ricariche frequenti.
La connessione è Bluetooth 5.3, la più stabile. Sono leggeri e comodi, su questo non ci piove. A questo proposito, la certificazione IPX4 li rende resistenti agli schizzi, e sono dotati di controlli touch, attivazione vocale e microfono integrato. Sono quindi indicati per chi è sempre connesso, chi vuole interagire con la propria intelligenza artificiale e chi è appassionato di podcast.