Storie Web lunedì, Dicembre 23
Notiziario

 

La scelta dei vini per accompagnare i cenoni e i vari pranzi natalizi merita qualche piccola attenzione specifica per via delle tradizioni, sempre che siate disposti a rispettarle! Mi permetto dunque qualche consiglio nella speranza che possa esservi utile per rivolgere le domande giuste al professionista, enotecario di fiducia. Le cene di Natale e Capodanno prevedono per consuetudine un menù a base di pesce; dalla scelta dei vini può quindi dipendere la perfetta riuscita della serata, che come ovvio non può vivere soltanto di eleganza e stile della mise en place. 

Ma facciamo un passo indietro e partiamo dall’inizio. Il mio primo consiglio è sempre quello di andare sul sicuro con uno spumante Metodo Classico. Sulla marca potete farvi consigliare dal vostro enotecario di fiducia (non vorrei qui sembrare di parte), mentre sulle zone produttive suggerisco, come sempre, di preferire l’Italia. In Franciacorta, Alta Langa, Trento DOC – ma non solo – si producono spumanti veramente buoni e, non di rado, acquistabili a prezzi civili. Se invece preferite darvi un tono con lo Champagne perché fa tanto chic (non chiedetelo italiano, vi scongiuro, perché non esiste) scegliete un blanc de blancs, ovvero un prodotto con al suo interno il cento per cento di uve Chardonnay. Questa è una tipologia di abbinamento quasi sempre centrata su piatti a base di pesce (possibilmente senza pomodoro) e non solo, come si potrebbe pensare, come aperitivo. Ecco, a proposito di “bollicine”: se avete qualche problema di budget potete sempre farvi indicare un Prosecco, ma mi raccomando che sia Docg e, a mio avviso, ancora meglio se da una delle Rive di Conegliano.

Veniamo dunque ai primi piatti, come le paste con i frutti di mare o i risotti: il consiglio è di cercare dei vini bianchi passe-partout, ovvero con una buona freschezza, una gradevole sapidità e acidità presente ma in equilibrio al palato. Tra questi il vitigno Chardonnay, per le sue caratteristiche, è sicuramente il principe e andrà benissimo in versione Chablis (tanto perché non si dica che lascio in panchina, se non in tribuna, i cugini francesi). Come alternative scegliete, come faccio io, i produttori del Collio che fanno Chardonnay veramente eccellenti. Sarebbe bene, inoltre, ridare la luce che meritano anche ai Lugana (lombardo-veneti sul lago di Garda) decisamente piacevoli e piuttosto “gastronomici”, visto che stiamo pur sempre parlando di abbinamenti e di piaceri della buona tavola. Sempre su questo discorso, l’alternativa molto valida sono gli Etna bianchi; se invece desiderate sorprendere i vostri ospiti provate con un Albarino della Galizia! Potrebbe perfino scattare la “Ola” se i vostri ospiti non sono troppo distratti.

Veniamo ai secondi. Nell’abbinamento tra vino e portate importanti di pesce bisogna valutare con attenzione sia le caratteristiche della materia prima che la tipologia di cottura. La scelta anche qui può essere più tradizionale o magari, per chi ama osare, più innovativa. Quindi Poully Fumè di Loira o – diversamente ma molto interessante – il Fiano di Avellino, oppure un buon Verdicchio Superiore dei castelli di Jesi, per rimanere nel solco della tradizione italiana che tanto mi sta a cuore. Ancora: Condrieu dell’alta valle del Rodano o Gruner Veltliner austriaco, se desiderate percorrere nuove frontiere del gusto con un pizzico di audacia ma tanta voglia di qualcosa di diverso dal solito.

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