Storie Web mercoledì, Marzo 12
Notiziario

C’è grande eccitazione intorno agli Ai Agent cioè sistemi automatizzati di intelligenza artificiale che sono in grado di svolgere compiti autonomanente. Dopo il successo virale sui social di Manus, una piattaforma cinese lanciata in versione beta chiusa di cui sappiamo pochissimo ma che promette moltissimo, arriva la risposta di OpenAI che martedì sera ha rilasciato nuovi strumenti progettati per aiutare sviluppatori e aziende a creare agenti di intelligenza artificiale. Da inizio anno si sono mossi in questa direzione anche Google, Microsoft, Cisco e sopratutto Salesforce. Si tratta di tools informatici che consentono alle aziende di sviluppare Ai Agent personalizzati in grado per esempio di eseguire ricerche sul Web, analizzare file aziendali e navigare nei siti Web. «Con questo lancio – si legge in una nota – OpenAI mira a semplificare lo sviluppo della logica fondamentale degli agenti, snellire l’orchestrazione e le interazioni degli agenti, e rendere più facile la creazione di agenti grazie a strumenti integrati—ponendo le basi che consentono agli sviluppatori di costruire agenti potenti in modo efficace».

La novità di OpenAi

La nuova API Responses che sostituisce di fatto la API Assistants di OpenAI servirà agli sviluppatori per costruire la logica di base degli agenti. Ora con la Responses API, OpenAI vuole vendere l’accesso ai componenti che alimentano gli agenti AI, consentendo agli sviluppatori di creare le proprie applicazioni agentiche in stile Operator e Deep Research. E’ stato anche annunciato un nuovo SDK Agents per orchestrare flussi di lavoro di agenti singoli e multi-agenti, nonché strumenti di osservabilità integrati per tracciare e ispezionare l’esecuzione dei flussi di lavoro degli agenti.

Cosa è Deep Research e Operator?

La soluzione di OpenAi segue il lancio di Operator e Deep Research i suoi primi due Ai Agent introdotti all’inizio di quest’anno, Operator naviga sui siti web e compie operazioni per conto vostro mentre deep research risponde alle vostre domande scrivendo report di ricerca scegliendo autonomamente decide di siti. Il primo è disponibile anche in Italia e in Europa mentre per il secondo occorre attendere. La Responses API include anche un’utilità di ricerca file che può rapidamente analizzare i file nei database di un’azienda per recuperare informazioni. OpenAI afferma che non addestrerà modelli su questi file.

Inoltre, gli sviluppatori che utilizzano la Responses API possono attingere al modello Computer-Using Agent (CUA) di OpenAI, che alimenta Operator. Il modello genera azioni di mouse e tastiera, consentendo agli sviluppatori di automatizzare attività di utilizzo del computer come l’immissione di dati e i flussi di lavoro delle app.

Siamo già entrati nell’era dell’Agentic Ai?

Chiaramente questi strumenti non sono ancora in grado di risolvere tutti i problemi che affliggano l’Ai generativa. La ricerca GPT-4o sbaglia ancora il 10% delle domande fattuali. L’aspetto più interessante però la velocità nel rilascio di questa tecnologia. Siamo già entrati nell’era dell’entusiasmo del’Ai Agentic anche se ancora non sappiamo bene sia realmente.

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