Storie Web sabato, Aprile 19
Notiziario

Il 61% dei familiari caregiver incontrano difficoltà nell’accesso ai servizi di assistenza. Il 58% degli italiani, con familiari affetti da patologie croniche, fornisce assistenza alle cure. Ma, da una ricerca condotta dall’Osservatorio sanità emerge che il 60% dei caregiver ritiene che l’ostacolo più grande sia la burocrazia. Quasi uno su due ritiene, inoltre, insufficienti le risorse e i fondi dedicati, e in molti lamentano una scarsa flessibilità nel venire incontro alle esigenze delle famiglie. Senza contare che spesso è anche difficile trovare informazioni su quali servizi siano disponibili nel proprio territorio.

Il dispendio di energie fisiche e mentali

Il 64% dei caregiver segue il percorso sanitario del paziente, il 60% le pratiche burocratiche e il 46% lo supportano nella gestione delle terapie. Il 51% dei caregiver per l’assistenza si avvale di sanitari a pagamento, ma il medico di famiglia si conferma come il principale supporto. Il vissuto psicologico è quanto mai sfaccettato. A fronte di un forte carico sia fisico che psicologico riferito dal 67% del campione, il 71% vive il proprio operato come «utile» e «gratificante». L’83% mostra addirittura un engagement elevato rispetto alla propria attività e alla vicinanza con la persona assistita. I caregiver esprimono soddisfazione nello svolgere un compito così impegnativo che, seppur gravoso, rafforza il legame con il proprio caro.

L’indagine fa emergere anche alcuni significativi elementi critici nell’attività di caregiving: in primo luogo, la gestione del tempo riservato all’assistito e in parte sottratto al partner e ai figli, al lavoro e a sé stesso. Il forte dispendio di energie fisiche, mentali ed emotive, la mancanza di competenze, soprattutto nel dare supporto al proprio caro; gli aspetti burocratici/organizzativi, che rappresentano il vero “scoglio” per tutti i caregiver.

Sul fronte delle richieste il 78% riferisce la necessità di servizi socioassistenziali e tra questi quello maggiormente desiderato è l’assistenza domiciliare (34%) seguito dalla consegna dei farmaci a casa (34%) e da facilitazione del trasporto; una maggiore informazione sul piano della tutela e dei diritti assistenziali e previdenziali del paziente, nonché sulle questioni pratiche inerenti la propria attività, è richiesta dal 56% dei caregiver; mentre il 46% sente il bisogno di un supporto psicologico per l’alto carico emotivo che l’attività di caregiving comporta con fasi alterne di scoraggiamento e sfiducia.

Welfare aziendale per il caregiver

I carichi di cura sono così impegnativi che possono avere delle ripercussioni anche sull’attività lavorativa. Rispetto al rapporto con il proprio datore di lavoro, secondo la ricerca BCG – Jointly, infatti, il 38% dei caregiver lavoratori intervistati afferma di non aver segnalato la propria situazione per timore che possa inficiare la sua posizione, mentre il 23% dice di non essersi sentito compreso, a fronte di un 28% che ha invece potuto contare sul supporto da parte del proprio responsabile.

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