Storie Web giovedì, Luglio 4
Notiziario

Non ha funzionato il cavallo di Troia pensato per far entrare droni da guerra in Libia. La merce, arrivata dalla Cina, è stata sequestrata a Gioia Tauro dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito di un’attività condotta in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli e coordinata dalla Procura di Palmi.

Anomalie nella documentazione doganale

Ad allertare la Guardia di finanza sono state alcune anomalie nella documentazione doganale a corredo dei sei container intercettati. La rotta era già sotto controllo in quanto interessata da traffico d’armi. Stando alla copertura, le navi cargo avrebbero dovuto trasportare dalla Cina alla Libia dei componenti per l’assemblaggio di generatori eolici di energia elettrica.

Dietro le pale eoliche droni da guerra

La scansione radiogena eseguita dalla Dogana, però, seguita da un’analisi più approfondita da parte della Gdf, ha fatto venire alla luce quello che si celava dietro le fattezze da pale eoliche: non componenti di turbine, ma «fusoliere e ali di apparecchi idonei al volo». In poche parole, droni da guerra. Si tratta di veivoli a guida autonoma che, una volta assemblati, superano le 3 tonnellate, con una lunghezza di oltre 10 metri e un’apertura alare di circa 20.

Ipotesi traffico internazionale di armi

Il sequestro è stato disposto in relazione all’ipotesi di traffico internazionale di armi verso un Paese come la Libia soggetto a embargo, sulla base delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e dei regolamenti nazionali e comunitari.

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