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Notiziario

“La storia economica indica che la disoccupazione di massa non è l’esito più probabile. Le precedenti rivoluzioni tecnologiche non hanno generato perdite occupazionali permanenti. Nel tempo sono nate nuove professioni, industrie e fonti di domanda. Ma la transizione raramente è lineare”. Lo afferma Mario Draghi a proposito dello sviluppo tecnologico e in particolare dell’Intelligenza artificiale.   

“La discontinuità colpisce in modo diseguale. Alcuni lavoratori, mansioni e territori sopportano l’onere della sostituzione, mentre altri beneficiano in misura sproporzionata. E se l’Ai rafforzasse dinamiche di mercato del tipo in cui il vincitore si appropria di gran parte dei benefici secondo la frase ‘the winner takes most’, la distribuzione dei guadagni potrebbe diventare ancora più sbilanciata”, prosegue Draghi all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano.  

 “Vi sono tuttavia due elementi importanti. Primo, la velocità e l’ampiezza della sostituzione del lavoro non sono determinate solo dalla tecnologia, ma dalle politiche che vengono attuate dai governi. Dipenderà dalle scelte che questi faranno, se la prosperità creata con l’intelligenza artificiale verrà condivisa con tutti i lavoratori oppure, come sta avvenendo attualmente, affluirà solo ad alcuni. Il rischio di sostituzione è proporzionale alla rapidità con cui le imprese possono adottare nuove tecnologie, un fattore a sua volta influenzato dalla politica, dalla regolazione, dalla connettività digitale, dal costo dell’energia e dalla flessibilità del mercato del lavoro. Allo stesso modo, la capacità dei lavoratori di spostarsi verso nuovi ruoli dipende dai sistemi educativi, dai programmi di formazione, dalla capacità delle società di riqualificare rapidamente la forza lavoro. Secondo l’Ocse, la maggior parte dei lavoratori esposti all’intelligenza artificiale non avrà bisogno di competenze tecniche specialistiche per trarne beneficio. Le competenze più richieste nelle professioni maggiormente esposte saranno legate alla gestione e all’ambito aziendale, abilità che milioni di persone possono acquisire con un supporto adeguato”, conclude Draghi. 

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