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Il fatto risale a dicembre 2018, la sentenza è arrivata dopo oltre 6 ore di camera di consiglio. L’ex campione MMA ha annunciato ricorso in appello, la querelante: “Se ti succede qualcosa, non importa chi ti ha fatto del male e non avere paura, lo devi denunciare così che la giustizia possa fare il suo corso”.

Conor McGregor dopo la sentenza di condanna per violenza sessuale, è in compagnia della moglie all’uscita del tribunale.

La sentenza che ha condannato Conor McGregor è arrivata dopo oltre 6 ore di camera consiglio. L’Alta Corte di Dublino ha riconosciuto il lottatore MMA, che non combatte da 3 anni dopo un grave infortunio, colpevole di aver violentato una donna a dicembre 2018: dovrà corrisponderle un’indennizzo di 250 mila euro. La vicenda che s’è conclusa legalmente dopo 6 anni fa riferimento a una festa privata che si svolse in un attico a sud della capitale della Repubblica d’Irlanda: il fighter, oggi 36enne, s’è detto sempre estraneo alle accuse che gli erano state mosse nella denuncia sostenendo si fosse trattato di “sesso completamente consensuale”, negando anche di averla colpita e provocato contusioni.

In base alle prove raccolte, ai riscontri e alle testimonianze i giudici hanno dato ragione all’istanza di Nikita Ni Lamhain (nota anche come Nikita Hand), che ha vinto la causa civile contro McGregor e un’altra persona ritenuta responsabile. Entrambi, secondo quanto narrato, avevano fatto sesso con lei contro la sua volontà dopo una festa di Natale del 2018. In un post su X il lottatore ha annunciato che farà ricorso in appello.

Nikita Ni Lamhain è la donna che ha vinto la causa civile contro il lottatore MMA.

Nikita Ni Lamhain è la donna che ha vinto la causa civile contro il lottatore MMA.

La sentenza per aggressione sessuale: “Se ti accade qualcosa, non aver paura e denuncia”

Ascoltato il verdetto della Corte, la donna è stata intervistata dai media irlandesi e ha così commentato la decisione. La vittima della “aggressione sessuale” era ancora visibilmente scossa e provata, è scoppiata in lacrime per la tensione e la pressione del momento. La donna ha voluti ringraziare i legali che hanno seguito il suo caso, i medici che si sono occupati di lei e la famiglia per averla aiutata a uscire da un incubo.

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Dopo la sentenza ha ammesso: “Quanto mi è accaduto e il modo in cui ho reagito sono la dimostrazione, per mia figlia come per tutte le donne del mondo, che bisogna combattere. Se ti succede qualcosa, non importa chi ti ha fatto del male né bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, lo devi denunciare così che la giustizia possa fare il suo corso”.

Quanto a McGregor, come si evince da un breve video condiviso su X da un giornalista irlandese, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. L’ex campione di Arti Marziali Miste, circondato da una folla di reporter e telecamere, s’è diretto a passo svelto verso la vettura che lo attendeva all’esterno del tribunale. Con lui c’era anche la moglie che lo aveva accompagnato. Circa un’ora dopo ha condiviso sui social un messaggio.

“Farò ricorso contro la decisione di oggi – si legge nella dichiarazione pubblica -. L’istruzione del giudice e il modesto risarcimento concesso erano per aggressione, non per danni aggravati o esemplari. Sono deluso dal fatto che la giuria non abbia ascoltato tutte le prove esaminate. Ora sono con la mia famiglia, concentrato sul mio futuro. Grazie a tutto il mio supporto in tutto il mondo”.

Cosa è successo nella festa privata: alcol, sesso e droga

Alcol, sesso e droga. Nella sua esposizione dei fatti la donna ha raccontato tutti i particolari più scabrosi di quel party a cui era stata invitata. La location era un attico di Dublino, nel corso della festa sarebbero stati consumati alcolici e sostanze stupefacenti. L’avvocato della vittima ha spiegato che la sua cliente era “completamente drogata” quando la superstar UFC l’ha portata in un hotel lì vicino per consumare un rapporto sessuale non consensuale.

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