Non è ancora approdato in Parlamento ed è già sotto esame, con più di una sottolineatura, il dl Infrastrutture approvato in Cdm il 19 maggio scorso e pubblicato in Gazzetta due giorni dopo. L’esame del provvedimento è fissato per martedi 3 giugno con il primo giro di audizioni in Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera che ascolteranno per primi Cgil, Cisl e Uil, oltre che Legacoop, Confcooperative, Cna, Confartigianato e Confcommercio.
I rilievi sull’unitarietà del decreto
Dopo l’altolà del Quirinale che aveva chiesto di espungere un comma e una lettera sui controlli antimafia per gli appalti del Ponte sullo Stretto, un altro rilievo viene formulato ora da parte del Servizio Studi di Montecitorio nel dossier di documentazione sul provvedimento pubblicato in queste ore. Scrivono i tecnici della Camera: “Il provvedimento, composto da 17 articoli per un totale di 26 commi, appare riconducibile, anche sulla base del preambolo, a 7 distinte finalità” con l’elenco di altrettanti punti. “Tali distinte finalità appaiono sorrette dalla ratio unitaria e trasversale di intervenire nel settore delle infrastrutture e dei trasporti”, argomenta il dossier n.125. “Sul punto, si ricorda che la Corte costituzionale, nella sentenza n. 247 del 2019, ha sollevato perplessità sul ricorso alla “materia finanziaria”, come ratio unitaria cui ricondurre le disposizioni di un decreto-legge in quanto essa si “riempie dei contenuti definitori più vari”; peraltro, in proposito appare rilevante anche quanto affermato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 245 del 2022, e cioè che “la semplice evocazione della materia tributaria nell’epigrafe e/o nel preambolo potrebbe […] diventare lo strumento per vanificare i limiti costituzionali all’emendabilità del decretolegge”; tali argomentazioni potrebbero essere applicabili anche alla ratio unitaria del decreto-legge in esame sopra individuata”. Secondo i tecnici di Montecitorio quindi apparrebbe debole la tenuta unitaria del provvedimento non essendo sufficiente la mera appartenenza dei singoli articoli allo stesso settore economico, quello appunto dei trasporti e delle infrastrutture.
La questione dell’immediata applicazione
Il dossier del Servizio Studi si sofferma anche su una norma invitando a valutare “l’opportunità di approfondire la riconducibilità a tale ratio dell’articolo 15, comma 2, che reca un’autorizzazione di spesa in favore della Federazione sportiva nazionale-ACI in considerazione dello specifico rilievo rivestito dai due gran premi di Formula 1 organizzati in Italia”. Ma ce ne è anche per la natura dei decreti-legge visto che “con riferimento al requisito dell’immediata applicazione delle misure previste dai decreti-legge, di cui all’articolo 15 comma 3 della legge n. 400 del 1988, si segnala che di 26 commi, 5 richiedono l’adozione di provvedimenti attuativi; in particolare, è prevista l’adozione di 1 regolamento, 2 decreti ministeriali, 2 provvedimenti di altra natura”.
L’affaire Ponte sullo Stretto
Toccherà adesso ai deputati valutare il decreto anche nei suoi contenuti. A partire dalle norme sul Ponte sullo Stretto che tanto hanno fatto discutere nei giorni dell’approvazione in Cdm. Dopo lo stralcio delle norme antimafia affidate alla Struttura per la prevenzione istituita al Viminale e già incaricata di vigliare sui Giochi olimpici Milano-Cortina, sugli appalti nel cratere sismico del Centro Italia e sulla realizzazione di alcuni ospedali in Calabria, contigui al Ponte anche per territorio, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Salvini ha annunciato che la Lega presenterà un emendamento in sede di conversione parlamentare per riproporre la norma sui controlli speciali. Il piano dovrà però essere concordato con Palazzo Chigi per evitare, come sottolineato da fonti dell’esecutivo, per evitare frizioni istituzionali su una materia tanto delicata e molto cara, come è noto, al Colle.
Autostrade, concessioni verso le gare
Tra gli altri punti caldi del provvedimento, passata sotto silenzio ma invece centrale nella politica economica, c’è poi la questione autostrade. Su questo fronte il governo sta accelerando verso le nuove gare per le concessioni in scadenza. Il provvedimento “introduce un regime transitorio per consentire al Mit di avviare da subito le nuove procedure di affidamento delle concessioni scadute o in scadenza, dando nuovo slancio agli investimenti sulla rete autostradale senza incrementi significativi dei pedaggi”. In particolare all’articolo 11 si prevede un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2026 che consente di inserire le opere di manutenzione straordinaria nelle gare di concessione prima del completamento della procedura di adozione del Piano economico finanziario. Le opere saranno poi inserite nel Pef una volta approvato. Il testo prevede anche un rafforzamento dei meccanismi di costruzione dei pedaggi, eliminando il vaglio caso per caso da parte dell’Autorità di regolazione dei trasporti e introducendo il modello unico attualmente in fase di consultazione da parte dell’authority guidata da Nicola Zaccheo.