Si chiama Solaria ed è uno spazio interamente dedicato all’Intelligenza artificiale generativa, un ambito importantissimo su cui, a livello globale, Deloitte prevede di investire oltre 3 miliardi di dollari entro 2030. In Italia questo investimento si declina in una divisione ad hoc (il Centro di eccellenza per la GenAi) nata circa un anno fa e che oggi conta ben 250 persone, guidata da Lorenzo Cerulli, partner e GenAi leader di Deloitte, e in due hub dedicati: il Solaria space di Roma, inaugurato un mese fa e dedicato soprattutto al settore governance, e quello di Milano, focalizzato soprattutto sul mondo delle imprese, inaugurato ufficialmente il 29 maggio alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala, del vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, della vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, e del ceo di Deloitte Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta), Fabio Pompei.
L’impegno di Deloitte sulla GenAI
«Sono due spazi che utilizzeremo per far vivere ai nostri clienti esperienze dirette testare tutte le applicazioni della GenAI nei vari settori, attraverso un approccio verticale – ha spiegato il ceo Pompei durante l’inaugurazione -. Oggi apriamo questo spazio, ma lavoriamo da molto tempo su queste soluzioni. L’AI e la GenAI sono tecnologie dirompenti, destinate a cambiare in profondità l’economia e la società nel complesso: anche le imprese europee devono cogliere le opportunità di questa grande trasformazione».
L’impatto della GenAI sulle imprese italiane
Secondo una ricerca Deloitte presentata ieri e intitolata «Generative Tomorrow. The Future Unveiled, starring GenAI», l’adozione della GenAI da parte delle grandi imprese in Italia potrebbe portare a un aumento dei margini stimato tra il 5% e il 15% nel medio-lungo termine, con un incremento di valore delle aziende italiane tra i 149 e i 446 miliardi di euro. L’impatto è stato calcolato su aziende con fatturato superiore a 50 milioni di euro e almeno 250 dipendenti.
Secondo lo studio, i settori industriali con il più alto incremento di valore potenziale sono quello finanziario ed energetico, calcolato rispettivamente tra i 33 e i 99 miliardi di euro e tra i 22 e i 67 miliardi di euro. Non a caso, il 78% delle aziende intervistate da Deloitte prevede di aumentare gli investimenti in GenAI nel 2025, il 74% di chi lo ha già fatto dichiara di aver ottenuto un ritorno pari o superiore alle attese e due aziende su tre registrano un ROI oltre il 30%.
Ma se il vantaggio competitivo portato dall’AI è sempre più chiaro, in Italia solo l’8,2% (13,5% nell’area Ue27) delle imprese con almeno 10 dipendenti sta già usando tecnologie di intelligenza artificiale. Inoltre, a livello globale solo il 17% dei board aziendali discute regolarmente di AI e il 66% dei consiglieri dichiara di avere competenze limitate in materia.