Il 53enne resterà in carica finché non sarà scelto un nuovo leader del Partito liberale, poi lascerà anche la guida del governo. “Questo Paese si merita una vera scelta nelle prossime elezioni” previste ad ottobre ma che probabilmente saranno anticipate, ha detto Trudeau nell’attesa conferenza stampa durante la quale ha dato l’annuncio.
L’attuale primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha annunciato oggi, 6 gennaio 2025, le sue dimissioni da leader del Partito Liberale e, di fatto, anche da premier. Resterà in carica alla guida del governo solo fino a quando il suo partito non avrà scelto un sostituto.
“Ho deciso di dimettermi sia dal ruolo di leader del partito che da primo ministro, dopo che il partito avrà scelto il nuovo leader attraverso un processo competitivo e rigoroso a livello nazionale”, ha dichiarato Trudeau durante una conferenza stampa a Ottawa. Il premier, 53 anni, resterà in carica finché non sarà scelto un nuovo leader.
Già nelle ultime ore, il quotidiano Globe and Mail aveva scritto che il primo ministro avrebbe comunicato ad alcuni suoi fidati consiglieri la sua intenzione di lasciare la guida del Paese “entro 48 ore”.
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Da 11 anni all guida del partito (uno dei leader più longevi nella storia dei Liberali dal secondo dopoguerra a oggi) e da 9 del Paese , rampollo di una delle famiglie storiche della politica nazionale, un fattore decisivo nella sua scelta è stato il dissenso interno al Partito Liberale. “Le battaglie interne al mio partito“, ha ammesso, “indicano che non posso essere la migliore opzione” per le elezioni previste per il prossimo ottobre.
Il suo governo di minoranza era entrato in crisi a seguito dell’uscita del partito Ndp, che lo sosteneva esternamente, e delle dimissioni della ministra delle Finanze, Chrystia Freeland, che si era dissociata dalla sua gestione riguardo alla minaccia di dazi avanzata da Donald Trump.
“Questo Paese si merita una vera scelta nelle prossime elezioni“, ha detto ancora Trudeau. “Ed è diventato per me chiaro che se devo combattere battaglie interne non posso essere l’opzione migliore in queste elezioni”.
I lavori del Parlamento saranno di fatto sospesi fino al 24 marzo. “È il momento di far scendere la temperatura, far avere un nuovo inizio in Parlamento, di poter navigare in questo periodo complesso”, ha detto il leader canadese. Serve, ha aggiunto, un “reset”, e il suo passo indietro anche come guida per il partito contribuirà “a diminuire la polarizzazione” nel Parlamento e nella politica canadese.
Sempre più impopolare in patria, con la sua uscita di scena, Trudeau mette fine probabilmente alla sua carriera politica. Dopo tre elezioni – una vittoriosa nel 2015, una nel 2019 in cui perse la maggioranza e dovette formare un governo di minoranza, e una nel 2021 che diede lo stesso risultato – il premier quindi sarà sostituito. Non riuscirà quindi a eguagliare il ‘record’ di suo padre, Pierre Trudeau, che tra gli anni Sessanta e Ottanta vinse quattro elezioni.
Tra i principali candidati alla successione del Partito Liberale ci sono due donne: l’attuale ministra degli Esteri, Melanie Joly, e l’ex ministra Freeland. Per quanto riguarda il ruolo di primo ministro, questo sarà conteso alle prossime elezioni: negli ultimi mesi i Conservatori, guidati dal parlamentare ed ex ministro Pierre Poilievre, hanno guadagnato consensi soprattutto attaccando il governo sul tema del costo della vita e dell’inflazione.