Sul suo social Truth, Donald Trump ha definito «un grande onore» l’incontro con la delegazione giapponese per il commercio e ha parlato di «grandi progressi». Il meeting, inizialmente pensato da Tokyo come una fase conoscitiva, ha invece visto il coinvolgimento diretto del presidente americano, con sorpresa dei giapponesi, che speravano in un confronto più tecnico e contenuto. Il Giappone, uno dei principali alleati degli Stati Uniti in termini di sicurezza e loro quarto partner commerciale, è stato colpito da imposte del 24% sulle esportazioni verso Washington e adesso è uno dei primi Paesi ad avviare negoziati formati con la Casa Bianca.
A guidare la delegazione nipponica c’era Ryosei Akazawa, stretto collaboratore del premier Shigeru Ishiba e figura relativamente nuova nello scenario internazionale. I colloqui si sono svolti alla presenza, lato Usa, del Segretario al Tesoro Scott Bessent, del Segretario al Commercio Howard Lutnick e del Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer. Secondo Akazawa, Trump ha definito il raggiungimento di un’intesa «una priorità assoluta», ma ha evitato di affrontare temi spinosi come i tassi di cambio, che secondo Washington sono spesso manipolati da Tokyo per favorire le esportazioni.
A fare da sfondo all’incontro, gli ultimi dati macroeconomici. Il Giappone ha registrato un deficit commerciale nel periodo fiscale marzo-aprile, ma ha accumulato un surplus con gli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal Ministero delle Finanze. Il deficit commerciale globale del Paese ha raggiunto i 5,2 trilioni di yen (37 miliardi di dollari) per l’anno fiscale conclusosi a marzo, registrando il quarto anno consecutivo di deficit, secondo le statistiche provvisorie. Il surplus con Usa è salito a 9.000 miliardi di yen (63 miliardi di dollari).