Storie Web martedì, Aprile 15
Notiziario

«Credo che la situazione stia lentamente migliorando. Il commissario europeo Sefcovic è adesso a Washington per trattare con gli americani. Ci sono 90 giorni di tempo. Il viaggio della Meloni non è un viaggio per giocare una partita italiana; è un viaggio certamente per rafforzare i rapporti bilaterali, ma è un viaggio finalizzato anche a spingere il governo americano ad arrivare a dazi zero e l’obiettivo potrebbe essere quello di creare un grande mercato euro-americano di libero scambio». Lo ha detto a Expo Osaka 2025 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al Focus Asia-Pacifico del piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-Ue ad alto potenziale.

Padiglione Italia Expo, trampolino per l’export

L’Expo «non è un evento mondano, ma siamo qui perché riteniamo il Padiglione Italia di Osaka uno straordinario strumento per la presenza politica ed economica del nostro Paese in Giappone e in tutta l’Asia» e «una tessera importante del mosaico Italia che stiamo rinforzando in tutto il mondo», ha detto Tajani inaugurando ufficialmente il Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka. «Una vetrina straordinaria per le eccellenze italiane, un trampolino per le nostre imprese e per rafforzare l’export del Made in Italy. Storia e innovazione, tecnologia e tradizione: in tutto il mondo c’è grande voglia d’Italia», ha detto il vicepremier che ha tagliato il nastro insieme al commissario dell’Italia per l’Expo Mario Vattani e il monsignor Rino Fisichella. «Questo padiglione sarà anche luogo di business forum, per permettere in questo momento complicato, con il rischio di una guerra commerciale, di rafforzare la nostra presenza attraverso l’internazionalizzazione delle imprese e un incremento export», perché con il Made in Italy «siamo in grado di abbattere le barriere tariffarie grazie alla nostra qualità».

Prodotto italiano di alto livello può abbattere barriere tariffarie

«Siamo in grado anche di abbattere alcune barriere tariffarie grazie alla qualità del prodotto italiano. Anche il dazio a volte non spaventa perché il prodotto italiano è talmente di alto livello che l’acquirente straniero lo paga di più pur di avere un prodotto italiano. Ecco noi dobbiamo in questi momenti non perdere mai la testa, dobbiamo sempre sapere cosa vogliamo fare, il governo sa cosa vuole fare per garantire i 60 milioni dei nostri concittadini, favorendo l’internazionalizzazione, facendo crescere l’export, oggi siamo a 623,5 miliardi di euro di export, vogliamo arrivare a 700 miliardi entro la fine della legislatura, lavorando anche su questi mercati, il mercato giapponese, il mercato indiano, i mercati orientali, rappresentano una straordinaria opportunità», ha commentato Tajani.

Presto l’annuncio sulle spese difesa al 2% del Pil

 

«Le spese per la difesa. Sì, noi siamo pronti ad arrivare al 2% (del Pil), presto ci sarà l’annuncio ufficiale da parte del presidente del Consiglio. Questo è un segno della volontà italiana di rafforzare il pilastro europeo della Nato», ha detto Tajani ai microfoni di Agorà, su Rai Tre. «Io sono favorevole alla difesa europea come obiettivo finale da raggiungere e questo è un segnale», «che l’Italia intende spendere di più per garantire la sicurezza e per essere protagonista all’interno del pilastro europeo della Nato». Tajani ha detto che si tratta di una scelta politica fatta, di «una risposta che diamo alle sollecitazioni americane, giuste peraltro: quando gli Stati Uniti dicono ’non possiamo essere noi da soli a garantire la sicurezza dell’Europa’, hanno ragione», ha proseguito Tajani. «Devono essere parte della garanzia della sicurezza , ma l’Europa deve fare di più, questo è giusto: fare di più e fare meglio. Anche coordinare meglio le spese, coordinare l’operatività, lavorare in maniera diversa a livello industriale. Insomma, ci sono molte cose da fare. Anche spendere di più, noi rispettiamo per adesso la richiesta della Nato del 2%, sappiamo bene che presto verrà chiesto un altro sforzo a tutti gli europei. Vedremo quali saranno le richieste del Segretario generale (della Nato, Mark) Rutte, ma intanto noi diciamo che siamo pronti e stiamo già rispettando la regola del 2% per essere parte della Nato».

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