Storie Web giovedì, Luglio 31
Notiziario

Di fronte ai dazi bisogna procedere con ordine: prima definire tutti i dettagli dell’intesa, blindando i settori più esposti con esenzioni ad hoc, poi – a partita chiusa – dedicarsi pancia a terra ai sostegni per le imprese. Questa la strategia del governo che, dall’annuncio dell’intesa con gli Stati Uniti, non ha mai smesso di lavorare in stretto raccordo con Bruxelles. La fase due, insomma, per l’Italia è tutto un work in progress ed è al centro dei pensieri di Giorgia Meloni, rientrata al lavoro a Palazzo Chigi dopo la trasferta etiope per fare il punto con i tecnici e il suo staff sui temi di attualità. Ma nella Capitale la premier ha trovato ad accoglierla anche un mare di polemiche e i primi distinguo nella maggioranza. Le opposizioni compatte le chiedono di riferire urgentemente sull’intesa raggiunta in Parlamento.

Dopo la decisione di istituire una task force permanente sui dazi alla Farnesina, dunque, l’esecutivo cerca di individuare soluzioni che possano contenere l’impatto sull’Italia e sulle sue imprese dell’intesa raggiunta da Usa e Ue sui dazi al 15%. Nelle ultime ore il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto di azzerare il Patto di stabilità, mentre il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha parlato di un ordine del giorno al Dl fiscale per rivedere il Pnrr, con l’obiettivo di trovare risorse con cui sostenere le aziende che saranno colpite dai dazi. L’altro vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha invece proposto di blindare i settori più esposti. Per quanto riguarda invece Palazzo Chigi e la premier Meloni, il messaggio è: bene l’intesa, per il solo fatto che ci sia stata e abbia scongiurato gli effetti potenzialmente “devastanti” di un no deal, ma non è ancora il tempo di dare un giudizio sull’esito della trattativa tra Usa e Ue sui dazi, perché le incognite sono ancora troppe e ci sarà da “battersi” per portare a casa “l’accordo migliore possibile”.

Dazi, Salvini: von der Leyen azzeri subito il Patto di Stabilità

L’accordo sui dazi? «Aspettiamo di leggere i dettagli», ha detto Salvini che, tuttavia, sulla Commissione europea e sulla presidente Ursula von der Leyen ha le idee chiare. «A prescindere dai dazi e da Trump, questa Ue e questa Commissione Europea sono un problema per le imprese italiane ed europee e quindi in attesa di capire come incideranno i dazi di Trump possiamo da italiani pretendere che la Commissione Europea cambi delle regole che stanno mettendo fuori mercato le imprese italiane». Salvini ritiene ragionevole l’idea del collega di governo Tajani di fare pressing Bce affinchè riduca i tassi di riferimento e contribuisca così a riequilibrare il cambio dollaro-euro a seguito della forte svalutazione del biglietto verde degli ultimi mesi. «Ragionevole – ha chiarito -così come sarebbe ragionevole da parte di von der Leyen di azzerare il Patto di Stabilità. Ci sono due guerre in corso, c’è l’ipotesi di scontro commerciale e i vincoli e i limiti posti dal Patto di Stabilità sono fuori dal mondo in questo momento e, ripeto, questo von der Leyen lo può decidere domattina e se non lo decide vuol dire che non ha capito il momento che stiamo vivendo».

La carta della revisione del Pnrr

Un’altra ipotesi è quella di effettuare una revisione del Pnrr, in modo tale da liberare risorse da destinare alle imprese colpite dalla stretta commerciale. «Ok all’ordine del giorno della Lega al Dl fiscale per rivedere il Pnrr in favore delle imprese – ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato -. Alla luce della necessità da parte dell’Unione europea di sostenere i comparti produttivi maggiormente colpiti dai dazi, riteniamo necessario reindirizzare le risorse non spese del Pnrr per destinarle alle aziende. Ci sembra un’idea di buonsenso, visto il contesto attuale, adeguare gli investimenti che rischiano di non trovare completa realizzazione entro il termine previsto dal Piano su misure destinate al sostegno e al rilancio del sistema imprenditoriale italiano», ha concluso Romeo.

Foti, fondi Pnrr? Quadro poco chiaro, non è possibile avanzare valutazioni

«Per quanto riguarda l’ipotesi di utilizzare le risorse del Pnrr per compensare le aziende colpite dai dazi, non c’è un quadro sufficientemente chiaro, atteso che il tema chiaramente è quello di verificare gli impatti delle esenzioni, concesse o meno. Sicché non è possibile avanzare alcuna valutazione fino a quel momento e tantomeno prospettare una rimodulazione coerente del Pnrr. A tacer del fatto che questo ultimo verrà rappresentato e discusso in Parlamento e non sui media, essendo quello l’organo deputato a decidere». Così in una nota Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di coesione.

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