Storie Web sabato, Luglio 27
Notiziario

Il cotone italiano potrebbe presto avere una sua etichetta, che ne certifichi le origini 100% made in Italy: la proposta è stata presentata al ministero per le Imprese e il Made in Italy dalla Sustainable Fashion Innovation Society, associazione di marchi e produttori eco-sostenibili della moda e del design, nell’ambito del primo Tavolo nazionale dedicato alla filiera del cotone bio 100% made in Italy, un’iniziativa ripresa nei giorni scorsi a Roma al Phygital Sustainable Expo.

Una certificazione che comprende ogni fase della filiera, dalla coltivazione alla vendita, e che riporterebbe in vita la lunga tradizione della coltivazione del cotone in Italia, nei secoli scorsi diffusa soprattutto nelle campagne siciliane e pugliesi, ma che si è interrotta dopo la seconda guerra mondiale a causa dell’aumento dei costi di produzione e dello sviluppo delle fibre sintetiche; nello stesso tempo, il cotone 100% made in Italy potrebbe fornire all’industria della moda filati e tessuti sostenibili e tracciabili per soddisfare la domanda di consumatori sempre più esigenti e consapevoli.

Esistono già aziende che producono diverse tonnellate di cotone italiano, certificato peraltro anche Gots, il più importante standard internazionale per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili: Cos-Cotone Organico di Sicilia è nata nel 2019 nelle campagne di Tusa, nel messinese, e coltiva il suo cotone in diverse parti dell’isola, per poi farlo lavorare da aziende tessili in provincia di Bergamo e di Padova. Il filato è trasformato in seguito in tessuti, utilizzati nelle collezioni di Ovs ma anche di marchi del lusso come Chanel, tramite la sua partecipata FashionArt, che produce denim.

Nel Gargano pugliese, invece, gli imprenditori Michele Steduto e Pietro Gentile hanno dato vita nel 2020 a Gest-Cotone Organico di Puglia, che oggi interessa circa 300 ettari nella regione di Capitanata: per migliorare la qualità della fibra fra i campi viene diffusa musica con frequenze benefiche di 432Hz, secondo i principi dell’armonicoltura. Gest produce camicie su misura fatte con il suo cotone, e collabora da anni con il gruppo bergamasco Albini. A partire dal prossimo ottobre, l’azienda potrà avvalersi di un nuovo impianto di ginnatura (la separazione delle fibre dai semi), frutto di un investimento di due milioni di euro. In Puglia è attivo anche l’Apulia regenerative cotton project, con il quale il gruppo Armani insieme alla Fashion Task Force della Sustainable Markets Initiative, con la Circular Bioeconomy Alliance e con il coordinamento dell’European Forest Institute, il Crea e Pretaterra, sta riportando in vita la coltura locale del cotone. Il cotone pugliese è anche al centro del progetto Itaco (Italian Cotton) lanciato da Beste, azienda tessile del distretto di Prato e da sempre impegnata in sostenibilità, che sta già lavorando a nuovi accordi con produttori di Sicilia e Sardegna.

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