Far nascere nuove librerie guidate da giovani fino a 35 anni. E se possibile farle nascere laddove non ce ne sono o non ce ne sono più.
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli ha firmato il decreto che destina 4 milioni di euro all’apertura di librerie gestite da giovani under 35, con un occhio di riguardo alle aree interne, svantaggiate o prive di punti vendita di libri. È una delle misure bandiera del Piano Olivetti per la Cultura, la strategia con cui il governo vuole riportare la cultura – e con essa la presenza dello Stato – nei territori più dimenticati.
Ogni nuova libreria potrà contare su un contributo a fondo perduto fino a 24mila euro, più un piccolo ma simbolico bonus da mille euro per corsi di formazione e tutoraggio. L’obiettivo: sostenere chi decide di scommettere su un mestiere che è insieme impresa e missione civile.
Dietro i numeri, però, c’è un’idea di Paese: quella di una rete di librerie indipendenti come presidi culturali, luoghi di incontro e di scambio, spesso più vivi delle biblioteche ufficiali o dei centri culturali calati dall’alto. «È un segnale concreto a sostegno della filiera del libro», commenta Paolo Ambrosini, presidente dell’Ali Confcommercio, che accoglie con favore il decreto. «Aiutare chi porta i libri dove non ce ne sono è da sempre l’obiettivo della nostra Scuola Librai Italiani».
La misura, contenuta nel decreto ministeriale 383 del 27 ottobre 2025, arriva in un momento cruciale: l’editoria italiana si trova a fare i conti con una contrazione delle vendite e con un ricambio generazionale che stenta a decollare. Molti giovani librai si affacciano sul mercato senza reti né capitali, spesso con progetti che mescolano cultura, caffè letterario e socialità di quartiere.




 
									 
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