Storie Web venerdì, Maggio 2
Notiziario

Parliamo degli strumenti per sostenere il reddito da lavoro dipendente: premi di produttività piani di welfare aziendale e fringe benefit con il professor Arturo Maresca (diritto del lavoro all’Università la Sapienza di Roma).

Premi di produttività con la cedolare secca del 5%

Iniziamo dai premi di produttività: ne beneficiano oltre 3,2 milioni di lavoratori dipendenti per un importo che si attesta mediamente intorno ai 1.500 euro. Come si accede? Quali sono i limiti?

«La platea dei destinatari delle retribuzioni variabili dei premi variabili si è estesa. Questi premi devono essere previsti dalla contrattazione collettiva di secondo livello, quindi contratti aziendali o territoriali e sono destinatari lavoratori che hanno un reddito nell’anno precedente all’erogazione del premio fino a 80mila euro, il premio può andare fino a un massimo di 3mila euro, in un caso particolare si può estendere fino a 4mila euro (nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro). Il vantaggio è fiscale per il lavoratore perché c’è un’imposta sostitutiva del 5%. Quindi quel premio che viene erogato a fronte di un incremento di redditività, di qualità, di efficienza previsto dai contratti aziendali viene tassato al 5%. Poi c’è un ulteriore vantaggio che la legge prevede che è la possibilità per il lavoratore di trasformare questo premio monetario in welfare: in questo caso ci sarà un vantaggio duplice perché il lavoratore non pagherà nemmeno l’imposta del 5% e quel premio diventa welfare. Quindi non è soggetto a contribuzione da parte dell’impresa>>.

Fringe benefit esentasse

Parliamo adesso di fringe benefit che ricordo originariamente avevano un limite di 258€ pari alle vecchie 500mila lire e sono stati dalle ultime leggi di bilancio innalzati: come si accede e per far cosa?

«I fringe benefit sono esenti da imposizione fiscale e da contribuzione, quindi si tratta di cessione di beni o servizi che il datore di lavoro può fare ai lavoratori dipendenti. Qui, diversamente dai premi di risultato, non c’è un vincolo della fonte che prevede questo trattamento. Non è necessariamente l’accordo sindacale, anche se questo avviene prevalentemente, ma può essere anche l’iniziativa del datore di lavoro. La cosa importante è che questi beni e questi servizi che vengono ceduti al lavoratore non devono superare una soglia che ordinariamente è di 248 euro, ma che viene elevata di anno in anno, o come è avvenuto questa volta per un triennio in valori più elevati. La norma attuale prevede che il limite di esenzione sia di mille euro per i lavoratori che non hanno figli e che sia di 2mila euro per i lavoratori con figli. Peraltro il legislatore poi aggiunge a questo valore monetario di esenzione anche altre opportune unità di esenzione per cessione di beni o di servizi che vengono specificamente indicati l’affitto nella prima abitazione, le bollette elettriche. Quindi è un paniere che è interessante esaminare perché vuol dire che tutte queste cessioni di questi beni e di questi servizi hanno un vantaggio contributivo e un vantaggio fiscale».

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