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Notiziario

Il testo del monologo che Antonio Scurati doveva leggere a Che sarà, sulla Rai, prima che l’intervento dello scrittore fosse annullato: da Matteotti a Giorgia Meloni.

Antonio Scurati (LaPresse)

Il testo sul 25 aprile, festa della Liberazione, che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere a Che sarà, programma di Rai 3 condotto da Serena Bortone, è stato pubblicato da Repubblica. Questa mattina Bortone aveva denunciato la decisione – di cui era venuta a conoscenza per caso – della Rai di cancellare l’intervento dell’autore di M., saga su Mussolini, nonostante fosse stato già firmato un contratto, spiegando che non era riuscita ad avere una motivazione valida sui motivi di questa decisione da parte della televisione di Stato. Poco dopo è arrivata una nota Rai in cui si parla di aspetti  “di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti” come ha dichiarato il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini.

Il testo dello scrittore partiva dall’omicidio Matteotti, voluto proprio da Mussolini e attuato da fascisti a lui vicini (“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini”), passando per Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto ovvero “le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944”, luoghi “nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani”.

Due esempi, avvenuti a vent’anni di distanza che sono serviti allo scrittore per dimostrare come la violenza fascista non sia stata solo un fenomeno momentaneo, e che. il fascismo sa stato sempre “un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista”. Lo scrittore si chiede se gli eredi di quella storia riusciranno a riconoscerlo e alla domanda retorica risponde come era prevedibile, ovvero che non lo faranno. A quel punto Scurati attualizza il discorso e torna a oggi: “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via” scrive.

Antonio Scurati censurato in Rai, Bortone: “Cancellato senza spiegazioni il monologo sul 25 aprile”

A questo punto arriva il riferimento a Giorgia Meloni: “Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023)”. La chiosa di Scurati guarda a tutti i “sinceri democratici” indipendentemente dallo schieramento politico: “Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

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