Storie Web sabato, Giugno 7
Notiziario

BRUXELLES – L’impegno nella difesa, le sfide nel commercio, il futuro dell’Ucraina. Non mancano i nodi con gli Stati Uniti. In una conversazione con alcuni giornali europei, tra cui Il Sole 24 Ore, il presidente del Consiglio europeo António Costa si è voluto ottimista sulla capacità di trovare dei compromessi con Washington, assicurando nel contempo la coesione tra i Ventisette. Giugno, ha precisato, sarà un «mese decisivo» per le relazioni transatlantiche.

I vertici comunitari avranno almeno due occasioni per incontrare il presidente Donald Trump: prima al G7 a Kananaskis (in Canada) e poi successivamente al vertice della Nato che si terrà a L’Aja a fine mese. Sul fronte militare, ha spiegato l’ex premier portoghese, «dobbiamo trovare un accordo con gli Stati Uniti in modo da riequilibrare l’impegno nel settore della difesa, senza mai, mai, mai mettere a rischio il principio della deterrenza ex articolo 5 del Trattato della Nato».

«Non so se il riequilibrio richiederà 5 o 10 anni. Ma so che abbiamo una visione condivisa con gli Stati Uniti su questo tema. Entrambi vogliamo un riequilibrio dell’onere di difesa. L’autonomia strategica europea è in fondo uno strumento per rafforzare il legame transatlantico (…) Creare problemi sul fronte economico significherebbe creare problemi a questa transizione». Il messaggio appare chiaro: preserviamo la relazione economica, trovando un accordo commerciale, in modo da facilitare una intesa militare.

Eppure, il tema resta controverso. Tutti sono d’accordo per assumere maggiore responsabilità nella difesa, ma vi sono paesi membri – la Spagna, per esempio – che osteggiano l’idea di aumentare sensibilmente la spesa militare. «L’Unione europea si basa sulla solidarietà», spiega il nostro interlocutore. Nello stesso modo in cui in passato il Nord Europa ha aiutato il Sud Europa durante la crisi finanziaria, «oggi si tratta per il Sud di dimostrare solidarietà ai nostri vicini dell’Est».

In particolare il riarmo tedesco preoccupa alcuni: «Abbiamo bisogno di un riarmo europeo, non di singoli riarmi nazionali – risponde António Costa – Dobbiamo puntare su una difesa collettiva, contro minacce esterne, e non per difenderci gli uni dagli altri (…) Non parliamo di un esercito europeo, ma della creazione di un robusto sistema collettivo di deterrenza comune”. Anche con nuovo debito in comune? “Tutto è sul tavolo. Continuiamo a discutere delle nostre priorità e di come finanziarle».

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