L’azione del raddoppio dei nerazzurri all’Olimpico è il manifesto dello stratagemma studiato per disorientare e sorprendere gli avversari. Il dettaglio è nel numero dei calciatori in area e nella posizione degli attaccanti.
Il risultato tennistico (0-6) con il quale l’Inter ha tramortito la Lazio all’Olimpico ha lanciato un segnale forte e chiaro al campionato: chiunque culli ambizioni da Scudetto deve fare i conti con i nerazzurri, che nella Capitale Simone Inzaghi ha presentato con un abito tattico camaleontico abbastanza da rendere imprevedibile la manovra d’attacco. L’equilibrio è durato una mezz’ora poi gli ospiti hanno preso il sopravvento grazie (anche) al rigore che ha cambiato l’inerzia del match e agevolato il piano interista.
Quale? Basta dare un’occhiata all’azione che ha portato al raddoppio di Federico Dimarco: la trama ha tagliato fuori del tutto la difesa della squadra di Baroni, disorientata e presa alle spalle dall’inserimento del terzino che ha avuto un corridoio spalancato dinanzi a sé, tempo e visuale ideali per arrivare alla conclusione. Nessuno si accorge di lui e, cosa ancora più grave per i capitolini (che sono ben 5 nella zona centrale dell’area), ha anche l’opportunità di alzare il braccio e segnalare la sua presenza all’olandese: è libero e in pieno controllo della situazione. Ad accendere i riflettori su questo aspetto della partita, e su come l’allenatore abbia studiato nei minimi dettagli la strategia migliore per scompaginare gli avversari, è stato l’ex portiere, Walter Zenga.
Nel commentare la rete del momentaneo 0-2 ha focalizzato l’attenzione anzitutto sulla posizione di Lautaro Martinez e Thuram impegnati a fare il ‘lavoro sporco’, lasciando spazio alle incursioni di ben cinque calciatori (tra cui due terzini e tre centrocampisti). “Nessuno nota una cosa – le parole dell’ex giocatore a Sky -. I due attaccanti sono fuori dall’area di rigore, Thuram addirittura è coi piedi sulla linea del fallo laterale. Perché? Lavorano al servizio della squadra. A entrare invece sono Barella, Mkhitaryan, Dimarco, con Dumfries che va al cross e Calhanoglu autore dell’assist”.
Simone Inzaghi si toglie un sassolino dalla scarpa dopo Lazio-Inter: “É stato detto tanto”
In fase di costruzione della manovra l’Inter cambia pelle e interpreti con il chiaro intento di creare un diversivo, aprire le maglie della Lazio, far saltare le certezze tattiche di un avversario finora apparso saldamente fedele al copione scritto da Baroni. Tra le pieghe dello 0-6 devastante c’è anche questa lettura che sottolinea il lavoro svolto dai nerazzurri nel complesso, con uno scambio continuo di ruoli in fase offensiva. Diktat tattici studiati e provati in allenamento che hanno tradotto in gol dominio del gioco le indicazioni di Inzaghi. “C’era chi non vedeva l’ora che inciampassimo come a Leverkusen ma per fortuna i miei ragazzi ascoltano poco e pedalano tanto”, le parole del tecnico. A Roma s’è preso un pizzico di rivincita sul rumore dei nemici (e sul fuoco amico) che ha fatto da sottofondo alla squadra.