Storie Web mercoledì, Gennaio 8
Notiziario

La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, si trova al centro di una controversia giudiziaria e politica legata a presunte irregolarità nelle spese elettorali. Mentre presenta ricorso per difendersi, il Consiglio regionale e i tribunali si preparano a decidere il suo destino.

Il futuro di Alessandra Todde, presidente della regione Sardegna, appare segnato da una complessa battaglia legale e politica, destinata a protrarsi per mesi. Al centro della vicenda, la recente ordinanza ingiuntiva che ne dispone la decadenza, e che contesta sette irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali; le accuse a Todde includono, tra le altre, l’assenza di un mandatario obbligatorio per la gestione dei fondi e anomalie sulla tracciabilità dei finanziamenti utilizzati durante la campagna elettorale.

Gli scenari futuri dopo la ‘decadenza’ di Todde da presidente

La vicenda Todde potrebbe ora muoversi lungo due binari paralleli. Da un lato, il Consiglio regionale sarà chiamato a valutare l’ordinanza, successivamente, l’organismo consiliare composto da nove membri, sarà incaricato di discutere il provvedimento in una seduta formale. La complessità del caso potrebbe tuttavia spingere il Consiglio ad attendere l’esito del ricorso presentato dalla presidente.

Dall’altro lato, Todde ha già affidato la difesa ai suoi legali, che hanno annunciato un ricorso al tribunale ordinario. Se accolta, l’istanza di sospensione potrebbe congelare gli effetti dell’ordinanza fino alla sentenza definitiva. Si profila quindi un intreccio tra le decisioni giudiziarie e quelle politiche: il Consiglio regionale, infatti, dovrà tenere conto dell’impugnazione per decidere se rinviare la convocazione ufficiale dell’assemblea sul tema.

Perché Alessandra Todde è stata dichiarata decaduta in Sardegna e cosa rischia la governatrice

Come confermato negli ambienti della maggioranza, ogni scadenza prevista dalla normativa sarà sfruttata, anche in vista di possibili ulteriori ricorsi al TAR o al Consiglio di Stato; una prospettiva che potrebbe alimentare l’incertezza istituzionale e rallentare così il processo decisionale regionale, con il rischio di una paralisi amministrativa.

Il destino politico e amministrativo di Alessandra Todde resta insomma incerto:

“Sul merito dei fatti sono serena, sulla forma non so, perché non sono un’esperta e a questo provvederanno i professionisti. Detto questo, parliamo di un atto amministrativo. A dichiarare la mia decadenza può essere solo il Consiglio regionale, a seguito di un’istruttoria della giunta delle elezioni. Io resto nel pieno dei miei poteri di presidente, e questo è il punto essenziale. Ciò che interessa ai sardi sono la sanità e la legge finanziaria, ed è ciò di cui mi sto occupando e di cui mi occuperò”, ha dichiarato Todde sul suo profilo Facebook.

Le reazioni politiche

Nel frattempo, la vicenda sembra aver suscitato forti reazioni da entrambe le parti dello schieramento politico: da una parte il centrosinistra ha fatto quadrato attorno alla presidente, schierandosi in difesa del suo operato. Anche i vertici nazionali e locali, inclusi numerosi sindaci sardi, hanno espresso solidarietà a Todde, ritenendo l’ordinanza un atto non definitivo e confidando nella magistratura. Di contro, l’opposizione non ha perso occasione per attaccare. Paolo Truzzu, ex sindaco di Cagliari, sconfitto alle ultime elezioni, ha chiesto l’approvazione di un bilancio tecnico e un immediato ritorno alle urne, dichiarando, sul suo profilo Facebook: “Nessuno può seriamente sapere cosa accadrà e siccome avremo mesi di burrasche, rovesci e marosi, mi permetto un umile consiglio. La Giunta e il Consiglio Regionale non si avventurino in tentativi di riforme epocali, ma mettano subito in sicurezza i conti della Regione e dei sardi. Approviamo rapidamente una finanziaria tecnica e restituiamo la parola agli elettori. Ché nessuno di noi è in grado oggi di dire cosa farà questa primavera”.

Anche Alberto Urpi, sindaco di Sanluri e consigliere regionale, è intervenuto in merito, definendo la situazione una crisi istituzionale senza precedenti per la Sardegna e sollecitando soluzioni rapide per evitare una paralisi amministrativa.

La vicenda

Alessandra Todde è stata dichiarata decaduta dalla carica di presidente della Regione Sardegna a causa di un’ordinanza che contesta gravi irregolarità nella gestione delle spese elettorali della campagna dello scorso febbraio. Secondo l’organo di controllo, tra i punti critici figurano la mancata nomina di un mandatario elettorale obbligatorio, la non tracciabilità di alcuni fondi raccolti, e l’assenza di chiarezza su chi abbia sostenuto finanziariamente la campagna. Tra i dettagli più controversi ci sono due donazioni, una da 30mila e una da 8mila euro, per le quali non sono stati indicati i donatori. L’ordinanza non solo commina una sanzione di 40mila euro, ma ordina anche la trasmissione degli atti alla Procura e al Consiglio regionale, chiamato a deliberare sulla decadenza della presidente.

Todde ha respinto le accuse e annunciato ricorso al tribunale ordinario, sostenendo di avere piena fiducia nella magistratura. Nel frattempo, la presidente rimane in carica, poiché l’ordinanza non è esecutiva.

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