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Giovanni Toti arrestato per corruzione



8 Maggio 2024



07:00

Il presidente della Liguria Giovanni Toti, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta in cui ci sono 25 indagati e 10 destinatari di misure cautelari.

La notizia dell’arresto per corruzione del presidente della Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari, arriva in piena campagna elettorale per le elezioni europee, e pesa come un macigno nel centrodestra. Il terremoto infatti non investe solo la Regione: la maggioranza tenta di difendere il governatore, schermandosi dietro la parola “garantismo”, nonostante le immediate richieste di dimissioni avanzate dalle opposizioni, che pretendono anche che si vada a nuove elezioni.

Tra i membri del governo, è il ministro della Giustizia Carlo Nordio a sollevare dubbi sui tempi dell’inchiesta: “Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini, tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si può arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si è verificato e dalle indagini” è difficile che “possano ancora sussistere”, ha detto il Guardasigilli.

“Detto questo, non conoscendo gli atti ripeto la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni anche perché in Italia si vota molto spesso, se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine”, ha spiegato Nordio.

Toti arrestato per corruzione, sostituito dal vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana

“Siamo tranquillissimi”, ha dichiarato il governatore Giovanni Toti rientrando nel suo appartamento a Genova ieri pomeriggio, scortato da personale della guardia di finanza in borghese. Il governatore, apparso stanco, teneva in mano l’ordinanza di oltre 600 pagine della Procura. Toti potrebbe scontare i domiciliari nella sua casa ad Ameglia, nello spezzino, dove ha la residenza.

Di cosa è accusato Giovanni Toti e perché si trova ai domiciliari

Il governatore della Liguria Toti è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. È finito agli arresti domiciliari in un’inchiesta in cui sono 25 gli indagati e 10, compreso il presidente della Regione, i destinatari di misure cautelari.

Il presidente Giovanni Toti avrebbe chiesto aiuto a diversi imprenditori mettendo “a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati” per quattro appuntamenti elettorali, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

“In occasione e in concomitanza di ciascuna delle 4 competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine (circa otto mesi) – scrive la gip Paola Faggioni – cioè le amministrative di Savona (ottobre 2021), le amministrative di Genova (giugno 2022), le politiche nazionali (25 settembre 2022), le amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023), Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada)”.

L’arresto con l’accusa di corruzione del presidente della Regione Liguria Toti, per il gip di Genova Paola Faggioni, è motivato dal pericolo di reiterazione del reato che emerge, si legge nell’ordinanza di oltre 650 pagine, “dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento”.

Particolarmente significativa ai fini cautelari, si sottolinea nel provvedimento, è anche “l’emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”.

Ma il pericolo “traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate” nell’attuale indagine, “iniziate già verso la fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l’elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata ‘svenduta’ la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”, sottolinea il gip Faggioni.

Cosa emerge dalle indagini della Procura di Genova

Tra le intercettazioni ritenute dagli inquirenti significative, ce n’è una del 15 febbraio 2023, in cui Toti chiederebbe denaro in vista delle elezioni all’imprenditore Aldo Spinelli (ora ai domiciliari) in cambio della risoluzione di una pratica per il figlio. “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa a Celle…ora facciamo la pratica, si può costruire…l’abbiamo risolto stamattina, quando mi inviti in barca? Che…così parliamo un po’ ora che ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano”.

“In alcuni casi – scrive la gip – era lo stesso Toti esplicitamente a chiedere il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandogli ‘di aver fatto la sua parte’ e quindi aspettarsi conseguentemente ‘una mano’ in vista delle elezioni”.

Secondo la Procura di Genova il presidente Toti avrebbe ricevuto dagli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli 74.100 euro erogati al suo comitato elettorale in cambio del suo impegno a “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, ad agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l., ad assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante, ad assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (Aspi), ad agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter.

Cosa rischia ora il governatore della Liguria

Giovanni Toti è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Al momento è soltanto indagato, ma se ci fosse un rinvio a giudizio e, dopo il processo, un’eventuale condanna, per il primo reato rischierebbe la reclusione da 3 a 8 anni, per il secondo la reclusione da 6 a 10 anni.

Chi sono Paolo Emilio Signorini e Aldo Spinelli e di cosa sono accusati

Nell’inchiesta che ha toccato Genova e la Liguria sono coinvolti anche il capo di Gabinetto di Toti Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale aggravata perché commessa al fine di agevolare il clan mafioso dei Cammarata di Riesi (i 400 riesini residenti in Liguria avrebbero assicurato i voti) e di corruzione per l’esercizio della funzione, l’imprenditore Aldo Spinelli insieme al figlio Roberto (destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale) e l’ad e direttore generale di Iren ed ex presidente dell’Autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini, l’unico indagato finito in carcere. Per lui l’accusa è di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, e riguarda il periodo in cui ricopriva la carica di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

Signorini avrebbe ricevuto dall’imprenditore Aldo Spinelli soldi e favori per favorire una serie di affari, come il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse. L’attuale ad di Iren avrebbe usufruito di soggiorni e cene in hotel di lusso, servizi extra in camera, come massaggi e trattamenti estetici, partecipazione a eventi esclusivi e anche fiches per giocare al casinò. Per lui anche la promessa di un incarico a Roma “con una segretaria in un bell’ufficio” da 300mila euro l’anno, oltre alla possibilità di utilizzare le carte di credito dell’imprenditore Aldo Spinelli durante un viaggio programmato a Las Vegas. Privilegi del valore di quasi 100mila euro complessivi ottenuti in cambio dei favori fatti, quando era a capo dell’authority portuale.

I favori sarebbero arrivati anche da Mauro Vianello, imprenditore accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini (anche a lui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale).

Vianello con la Santa Barbara srl opera nel settore degli affari concernenti i trasporti, comunicazioni e servizi di prevenzione, vigilanza e primo intervento antincendio nel porto di Genova: avrebbe messo a disposizione di Signorini un’auto per rientrare da Montecarlo, pagato fatture da migliaia di euro, regalato un Apple Watch e un soggiorno in una delle proprie case. In cambio di tutto questo Signorini avrebbe disposto l’aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della Santa Barbara S.r.l. Inoltre Vianello sarebbe stato designato da Signorini consulente in Iren, “con il compito di curare i rapporti con il territorio e lo sviluppo dei progetti in Liguria, come corrispettivo ricompensa delle utilità ricevute”.

Anche Aldo Spinelli è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova. Noto nel mondo del calcio – è stato presidente dei club di Genoa e Livorno – l’imprenditore è accusato di aver corrotto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

Chi è Alessandro Piana, sostituto di Toti in Regione

L’inchiesta che ha travolto Regione Liguria ha portato alla sostituzione di Toti con Alessandro Piana, leghista, vicepresidente della Regione e assessore ligure all’Agricoltura, il cui nome era finito alcuni mesi fa citato – non da indagato – all’interno di un’altra inchiesta genovese legata a presunti festini con vip e escort. Nato a Imperia, 52 anni, Alessandro Piana va a sostituire pro tempore il presidente Toti in tutte le sue funzioni, pur assicurando vicinanza al governatore, nella certezza “che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”.

Per ora non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno le elezioni anticipate, anche se la maggioranza continua a blindarsi dietro al garantismo. “Il fatto è accaduto poche ore fa, ma non si può escludere nulla. In Liguria le elezioni sono in programma da ottobre del 2025 ma l’ipotesi delle elezioni anticipate in Regione a questo punto non si può escludere. E bisogna anche vedere le scelte che opererà Toti, magari per difendersi in modo più sereno preferisce dimettersi e cade tutto e si va al voto”, ha detto ieri ad Affaritaliani.it di Matteo Rosso, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Liguria. Ma secondo l’avvocato di Toti, Stefano Savi, al momento “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione”. Il legale ha sottolineato che “Il processo è ancora tutto da fare. Vediamo gli atti, li leggiamo e cerchiamo di capire come costruire gli elementi difensivi nel miglior modo possibile. Il presidente è sereno e tranquillo. Vuole affrontare il procedimento spiegando tutto nel dettaglio”.

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