Storie Web sabato, Aprile 19
Notiziario

L’export che sale al 16% (ma era al 20% nel pre Covid) e il costante aumento del preaffettato che vale il 33% delle vendite (trend in comune con molto altri salumi) hanno portato il fatturato a 74 milioni di euro, due in più del 2023. Sono i risultati comunicati dal Consorzio della Coppa di Parma Igp, che racchiude 21 aziende associate per un comparto da oltre 500 occupati tra addetti diretti e lavoratori legati all’indotto.

Nell’ultimo anno i volumi sono rimasti costanti rispetto al 2023, con 3,9 milioni di chilogrammi di carne lavorata, di cui 1,9 destinata al prodotto certificato per un fatturato alla produzione di 31 milioni di euro.

«Se l’aumento del costo della materia prima (ovvero la porzione muscolare del collo del suino) continua a essere un trend difficile da contrastare, con un +21% registrato negli ultimi tre anni, le buone notizie per il Consorzio della Coppa di Parma Igp arrivano soprattutto dal preaffettato. Sono stati 415mila i chilogrammi di prodotto certificato destinato alle vaschette, che con 25 milioni di euro a valore rappresentano un terzo del fatturato complessivo. Una crescita costante che dal 25% del 2021 è arrivato all’attuale 33% dell’indotto», si legge in una nota.

A beneficiarne è stato soprattutto il comparto della Gdo, che con una quota del 70% rappresenta il canale di commercializzazione principale, a cui viene destinato l’intero preaffettato.

Le principali destinazioni dell’export sono i paesi dell’Unione europea come Germania, Francia, Belgio e Olanda. Ma il Canada si conferma il singolo maggior importatore.

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