Scenario economico sociale di stagnazione per i prossimi mesi secondo le analisi del gruppo commerciale Coop e Nomisma.
La frenata dell’Ue, ma anche dell’Italia è un dato di fatto con cui anche i manager fanno i conti – si legge in una nota Coop – ipotizzando per i prossimi 12 mesi un ulteriore rallentamento del Paese indicando una crescita del Pil appena sopra lo zero (+0,5%, a fronte di una previsione Istat di +0,8%) e seppur gli italiani che ipotizzano una crescita dei consumi superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli, al primo posto delle intenzioni di spesa in crescita gli italiani indicano bollette e utenze, ovvero spese obbligate; quanti pensano di spendere di più per le utenze superano del 26% quanti sperano di pagare meno. Il saldo è allo stesso modo positivo per le spese per la salute fisica (24%) e il consumo domestico di cibo (21%). Tutti gli altri settori rimangono in negativo, rinviati ancora per un altro anno i grandi acquisti (casa e auto), in decrescita anche lo smartphone, mito dell’ultimo decennio surclassato nelle intenzioni di spesa da altri piccoli elettrodomestici per la casa. Complessivamente, a detta dei manager intervistati, la previsione di crescita di spesa delle famiglie italiane nel 2025 si ferma a un +0,7% (a fronte di una previsione Istat di +1,2%).
Queste le principali indicazioni emerse dalle due indagini dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2024; la prima su un campione rappresentativo della popolazione italiana in collaborazione con Nomisma e la seconda sulla community di esperti del portale italiani.coop.
Benessere e riscoperta della dimensione casalinga regnano sovrani anche quando si delineano le tendenze sul cibo: sempre più home dining e long cooking – sottolineano le indagini – con il consumo fuori casa rimasto appannaggio dei più abbienti (se la upper class sale di 13 punti, la lower indietreggia di 35 e anche la classe media mostra segnali di affaticamento attestandosi su -14).
In linea con questa tendenza, il 71% privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare, semplice e autentico, tradizionale. E anche sulla tavola domestica pesano più che mai le differenze sociali ed economiche che si acuiscono in tutto il Paese. Se sono tutte in crescita le previsioni di spesa dell’upper class, le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. E nelle strategie di risparmio indicate dalle famiglie italiane persiste il ricorso alla marca dei distributori (il 29% ne aumenterà gli acquisti) e la frequentazione dei discount (lo farà di più il 24%).