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Notiziario

L’australiano è rimasto turbato da alcuni aspetti della vicenda doping che ha portato il numero uno al mondo a concordare la squalifica di 3 mesi con la WADA. C’entra il modo in cui è stato trattato il caso.

Alex de Minaur proprio non riesce a digerire il modo in cui è stata gestita la vicenda doping che ha riguardato Jannik Sinner. L’assoluta segretezza calata sul caso, venuta meno solo con il pronunciamento dell’ITIA che lo ritenne né colpevole né negligente, i tempi e i termini dell’accordo con la WADA per accettare una sospensione di 3 mesi per “responsabilità oggettiva” sono fattori che ronzano in testa al tennista australiano.

Alex de Minaur ha grande stima di Sinner ma il suo caso è stato “inquietante”

Non ce l’ha con il numero uno al mondo, con il quale divide allenamenti e una sincera amicizia oltre a nutrire una manifesta ammirazione per quanto è forte e per la carriera, ma ha definito “inquietante” l’intero processo a margine del quale gli è stata la comminata la squalifica che scadrà prima del prossimo Slam (il Roland Garros, a fine maggio).

“Jannik è un ragazzo incredibile – ha ammesso de Minaur nell’intervista al giornale australiano The Age -. Sono cresciuto con lui, conosco quali sono i suoi valori e ciò che ha fatto dentro e fuori dal campo. Non ho altro che cose fantastiche da dire su di lui”.

Qualcosa non torna nella squalifica di Sinner: parte dal 9 febbraio, ma c’è un video in campo del 14

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Agli Internazionali di Roma Sinner ci sarà e quasi sicuramente sarà ancora in cima alla classifica speciale del Ranking Atp, soprattutto alla luce dell’incapacità di chi gli è alle spalle (su tutti, Zverev) di rosicchiare punti erodendone il vantaggio. In quali condizioni fisiche ci arriverà resta un’incognita, considerati le restrizioni forzate agli allenamenti, ai luoghi dove effettuare la preparazione e alle persone con le quali rapportarsi: tutti paletti piazzati nel verdetto dell’Agenzia Mondiale anti-doping e alla base dell’intesa raggiunta con lo stesso giocatore.

La domanda che tutti i tennisti si fanno: c’è una cosa che non capiscono

C’è un però e attiene alla sfera delle domande che tutti, in maniera sincera oppure più maliziosa, si sono fatti relativamente al campione alto-atesino che, secondo molti, avrebbe goduto di un trattamento di favore. La percezione che s’è avuta dall’esterno è stata questa: “La riflessione comune a molti giocatori è legata al modo in cui si è svolto il processo – ha aggiunto il tennista australiano, attualmente in top 10 al mondo -. A tutti è sembrato sfuggire qualcosa perché siamo stati tenuti all’oscuro fino alla fine. Ecco cosa ha causato un certo tipo di reazioni”.

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Quanto a de Minaur, che a Melbourne venne schiantato da Sinner (poi vincitore dell’Australian Open), ha davanti a sé una stagione differente rispetto all’anno scorso. Un grave infortunio all’anca subito a Wimbledon lo mise in difficoltà costringendolo a restare fuori dai Masters 1000 di Montreal, Cincinnati e Shanghai, anche se è comunque riuscito a piazzare tra i primi otto agli US Open. L’australiano ha finalmente la possibilità di recuperare punti e terreno in graduatoria. Sempre che di front a sé non trovi una montagna da scalare come Jannik Sinner.

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