Il testo della manovra è chiaro: sulle pensioni sono poche risorse, e quindi poche novità. Si confermano Quota 103, Opzione donna e Ape sociale. Ci sono più bonus per chi rinuncia a lasciare il lavoro. E c’è un aumento molto limitato sulle pensioni minime. Su questo ultimo punto, però, Forza Italia ha detto di voler insistere per cambiare le cose.
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Il governo Meloni ha chiarito, con la legge di bilancio per il 2025, che al momento intervenire sulle pensioni non è la sua priorità. Rinnovare il taglio del cuneo fiscale e la riduzione dell’Irpef ha assorbito la maggior parte dei soldi a disposizione, e il resto è andato su interventi di altro tipo. Così, per il prossimo anno le cose cambieranno poco.
Soprattutto per le pensioni minime: è previsto un aumento di pochi euro rispetto all’incremento Inps legato all’inflazione. Ma Forza Italia insiste per intervenire sul tema – un suo cavallo di battaglia da anni, con la promessa anche nell’ultima campagna elettorale di portare gli assegni minimi a mille euro al mese. E qualche possibilità di riuscirci, anche se in modo limitato, sembra esserci.
Di quanto aumentano le pensioni minime e cosa propone Forza Italia
Complice un’inflazione piuttosto bassa nel 2024, l’anno prossimo l’aumento automatico legato all’inflazione delle pensioni sarà contenuto. Circa l’1,6%, secondo le ultime stime. A questo, la manovra aggiunge un incremento delle pensioni minime pari 2,2% nel 2025 (scenderà all’1,3% nel 2026). Insomma, fatti tutti i conti e tutti gli aumenti si dovrebbe arrivare l’anno prossimo a una pensione minima da poco più di 620 euro al mese.
Quanti pensionati prendono meno di mille euro al mese in Italia
Considerando che quest’anno l’assegno minimo è di 614,77 euro al mese, si parla probabilmente di meno di dieci euro al mese di aumento. Una soluzione che non può soddisfare Forza Italia, partito che – come il suo fondatore Silvio Berlusconi – sull’aumento delle pensioni minime ha fondato più di una campagna elettorale. Durante l’ultima, due anni fa, l’impegno era quello di arrivare a mille euro al mese entro fine legislatura. Ora i primi due anni di legislatura sono passati, e il traguardo appare molto lontano.
Così oggi Antonio Tajani, vicepremier e leader del partito, ha aperto la questione in un’intervista al Giornale: “Bisognerebbe aumentare le pensioni minime, ma per questo c’è bisogno di riaprire il concordato fiscale”, ha detto. Aumentare le pensioni minime sarebbe “obiettivo prioritario” per i forzisti.
A Fanpage.it, il deputato di FI Alessandro Cattaneo aveva ammesso che “non sarà facile aggiungere qualcosa”. Ma aveva anche indicato dei possibili compromessi: “Eventualmente lo si potrà fare circoscrivendo le platee, cioè cercando magari andare sugli over 75, fare dei filtri per il patrimonio della persona, il nucleo familiare… Tutte quelle iniziative che cercano di andare a mirare bene dove c’è il bisogno, e dare qualcosa a chi ha questa necessità”.
Insomma, ora che si è aperta la stagione degli emendamenti alla manovra, ci si può aspettare un intervento di FI. E la proposta potrebbe essere proprio quella di alzare le pensioni minime solo ad alcune categorie. Ad esempio per chi ha più di 75 anni, come il governo Meloni fece anche con la sua prima legge di bilancio. Oppure per chi ha un patrimonio particolarmente basso.
Cosa succede alle pensioni con la Manovra 2025
Come detto, per le pensioni in generale ci sarà da aspettarsi poche novità. Per il pensionamento anticipato resteranno in vigore gli stessi meccanismi validi quest’anno: Quota 103 – con ricalcolo interamente contributivo dell’assegno -, Ape sociale e Opzione donna. Se anche l’anno prossimo proseguirà il trend visto in azione nel 2024, è probabile che il numero di lavoratori che approfittano di queste misure sarà piuttosto basso. Anche perché i requisiti sono stringenti, e per chi può utilizzare Quota 103 spesso è più conveniente restare al lavoro ancora qualche mese e prendere la pensione di anzianità.
Tra gli strumenti che vengono rinnovati e potenziati con la legge di bilancio per il 2025 ci sono anche i bonus per chi lascia il lavoro più tardi. Chi aspetta anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione anticipata, infatti, potrà versare meno contributi e quindi ricevere un aumento di stipendio. Per i dipendenti statali dovrebbe scattare l’opzione (volontaria) di restare al lavoro fino a 70 anni.