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Dopo la gaffe sulla Times Square di Londra, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è reso protagonista di un nuovo scivolone, questa volta in ambito storico. Ospite di un evento a Taormina, parlando della scoperta dell’America, ha sostenuto che Colombo si sarebbe basato sulle teorie di Galileo Galilei. Peccato che nel 1492 l’astronomo non fosse ancora nato.

Dopo la gaffe sulla Times Square di Londra, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è reso protagonista di un nuovo scivolone, questa volta in ambito storico.

Ospite dell’evento “Taobuk 2024 – Identità italiana, identità culturale” tenutosi oggi, domenica 23 giugno, a Taormina, durante un dialogo con il giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti, il ministro ha deciso di parlare, tra le altre cose, di Cristoforo Colombo e del suo viaggio alla volta delle Americhe.

Come ricorda giustamente Sangiuliano, l’incredibile scoperta per Colombo fu del tutto casuale. “Colombo non ipotizzava di scoprire un nuovo continente ma voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra“, ha spiegato il ministro, mentre ripercorreva i passi fatti dal navigatore genovese, come quello di rivolgersi ai ‘Re cattolici’ di Spagna, Isabella I di Castiglia e suo marito Ferdinando II di Aragona, per finanziare il viaggio e di sottoporsi alla Santa Inquisizione.

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Subito dopo questa frase, però, arriva lo svarione di Sangiuliano. Secondo il ministro, infatti, Colombo sarebbe partito per il Nuovo Mondo seguendo “le teorie di Galileo Galilei”. Il fisico e astronomo però nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 e Colombo iniziò il suo primo viaggio nell’agosto del 1492.

Dopo lo strafalcione, Sangiuliano, che non sembra essersi accorto dell’errore, ha continuato il suo intervento, paragonando la voglia di Colombo di spingersi oltre i confini e di rompere gli schemi all’approccio del governo Meloni.

“Se nella storia dell’umanità non ci fosse stato qualcuno che ha rotto a un certo punto gli schemi noi non avremmo fatto tante conquiste”. Le parole del ministro sono state accolte da un lungo applauso, come riporta Il Fatto Quotidiano. Nessuno in platea sembra quindi si sia accorto della grave inesattezza storica pronunciata da Sangiuliano.

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