Sullo sfondo ci sono i numeri forniti dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), secondo la quale circa 2,3 miliardi di persone in tutto il mondo, di cui circa 1 miliardo soltanto in Africa, cucinano ancora i propri pasti su fuochi all’aperto o su fornelli rudimentali, respirando il fumo nocivo rilasciato dalla combustione di carbone, carbonella, legna da ardere, rifiuti agricoli e animali. Con conseguenze drammatiche, puntualmente stimate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che indica in quasi 3,2 milioni le morti premature annue con donne e bambini maggiormente a rischio.
La strategia di Eni
La distribuzione e l’uso anche dei dispositivi di cottura più semplici e ampiamente disponibili potrebbero, quindi, migliorare la situazione garantendo benefici per la salute delle persone e per l’ambiente. Da qui la mossa di Eni che nel 2018 ha lanciato un ampio programma, denominato “Clean cooking programme” (programma per la cucina pulita) volto a favorire l’accesso a sistemi efficaci per la cottura dei cibi in Africa Sub Sahariana, con l’obiettivo di limitare i problemi di salute legati all’esposizione ai fumi tossici e di ridurre lo sfruttamento delle foreste. Il programma prevede la fornitura gratuita di fornelli migliorati e ha già intercettato circa 2 milioni di persone in Costa D’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Tanzania e Angola.
Il programma avviato in Angola
In Angola, l’avvio del programma risale al 2024 e a metterlo concretamente in campo è stata la controllata locale del gruppo guidato da Claudio Descalzi, Eni Natural Energies Sucursal em Angola. L’iniziativa, che fa seguito all’accordo firmato con il governo angolano a luglio 2022, mira a sostenere le famiglie che vivono nelle aree rurali e suburbane di 7 province del Paese per favorire l’accesso a soluzioni di cottura più efficienti, affidabili e sostenibili dal punto di vista energetico. La distribuzione dei fornelli ha già coinvolto 500mila persone nelle province di Benguela, Cuanza Norte, Cuanza Sul, Huambo, Icole-Bengo e Uige. Ma l’obiettivo è ancora più alto: si punta, infatti, a raggiungerne più di 2 milioni entro il 2030, riducendo le emissioni associate alle attività di cottura.
L’uso dei fornelli migliorati porta altri benefici concreti: risparmio economico e di tempo, maggiore sicurezza domestica e miglioramento delle condizioni di salute grazie alla minor esposizione ai fumi tossici, soprattutto per le donne. Inoltre, il minor tempo necessario per l’approvvigionamento del combustibile e per la cottura dei cibi liberare tempo ed energie che possono essere investite in studio, lavoro, impresa, contribuendo ad un maggior empowerment femminile.
Le attività di formazione
I fornelli migliorati sono distribuiti gratuitamente alle famiglie, che vengono formate sul corretto utilizzo e mantenimento degli stessi e che vengono accompagnate nell’arco del programma con un approccio integrato capace di migliorare il benessere e la qualità della vita delle comunità partecipanti. Le attività di campo sono organizzate in maniera sinergica da due partner storicamente presenti nel territorio: Dom Bosco e Medici con l’Africa Cuamm – che svolgono anche attività di promozione e sensibilizzazione sulle tematiche legate alla salute e alla nutrizione.