Storie Web martedì, Maggio 13
Notiziario

Dietro il naufragio elettorale dei Democratici del 2024, si nasconde un dramma interno che ora esplode in pubblico. Nel libro Original Sin: President Biden’s Decline, Its Cover-up, and His Disastrous Choice to Run Again, i giornalisti Jake Tapper (CNN) e Alex Thompson (Axios) ricostruiscono la crisi che ha scosso la Casa Bianca e il Partito Democratico, puntando il dito su una decisione che, secondo molti, ha compromesso le elezioni: la scelta di Joe Biden di ricandidarsi nonostante segnali evidenti di declino cognitivo.

David Plouffe, già stratega della storica vittoria di Obama nel 2008 e poi consulente della corsa di Kamala Harris, non usa mezzi termini: «Biden ci ha completamente fregati». Si riferisce alla riluttanza dell’ex presidente a farsi da parte in tempo utile. Il ritiro è arrivato il 21 luglio, dopo settimane di pressioni e un disastroso confronto televisivo con Donald Trump, quando ormai, secondo Plouffe, era troppo tardi. La candidatura lampo di Harris, durata appena 107 giorni, si è trasformata così in «un incubo totale».

La macchina del silenzio attorno a Biden

Secondo il libro, decine di insider – tra cui membri del Congresso, funzionari della Casa Bianca e collaboratori della campagna – erano consapevoli da mesi del peggioramento delle condizioni mentali di Biden. Alcuni tentavano di proteggerlo persino dal proprio staff, nel timore che trapelasse l’entità del suo declino, già visibile dal 2022: difficoltà nei discorsi, perdita del filo logico, amnesie su nomi e ruoli di collaboratori di alto livello. Pare che per coprire i vuoti, le registrazioni video venissero montate da due angolazioni per mascherare i tagli.

Donatori e strateghi lanciavano l’allarme. Ari Emanuel, noto magnate di Hollywood, implorava il capo dello staff Ron Klain: «Non può ricandidarsi! Serve un piano B!». Ma il piano non c’era. Neanche quando Barack Obama, in un colloquio privato, aveva ammonito: «Assicurati solo di poter vincere».

La resa tardiva

Il dibattito del 27 giugno ad Atlanta è stato il colpo di grazia. Di fronte a una performance vacillante, con Biden incapace di articolare risposte coerenti, si è fatta strada una resa interna. Chuck Schumer, leader dei Democratici al Senato, affrontò Biden direttamente nella sua casa a Rehoboth Beach, appellandosi alla sua eredità storica: «Se resti in corsa e perdi contro Trump, butterai via cinquant’anni di lavoro. Ma è peggio: sarai ricordato come una delle figure più oscure della storia americana». Biden, sorridendo, lo congedò dicendogli: «Hai più palle di chiunque io abbia mai conosciuto».

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