Carlo Bravi portava sempre con sé nel suo trolley i bisturi, le pinze, le forbici, come se fosse un chirurgo Express. Il settantatreenne romano avrebbe continuato a operare persino a domicilio, nonostante l’accusa di omicidio per la morte di una donna e per averne sfigurata un’altra. Era stato anche sospeso dall’ordine dei medici. Stavolta è stato sorpreso dai carabinieri del Nas in questo appartamento del Quadraro, quartiere a sud Est di Roma, mentre stava eseguendo un intervento estetico alle orecchie. Sul lettino, senza alcun rispetto delle norme igieniche, c’era una paziente sudamericana, successivamente portata in ospedale. Per il medico denunciato insieme alla ferrista è l’ennesimo procedimento giudiziario. Era già sotto inchiesta per il decesso di Simonetta Calfus, la sessantaduenne che quattro mesi fa ha perso la vita dopo la liposuzione e per un altro intervento di chirurgia estetica che ha lasciato danni ad una seconda paziente. E il giudice gli aveva già vietato di esercitare la professione. Ma lui non avrebbe mai abbandonato il bisturi e i guadagni. Adesso per Bravi potrebbero scattare le misure cautelari.
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