Storie Web sabato, Dicembre 27
Chi è Hannoun, leader proPal arrestato è nella black list Usa

«È una bufala che io sia un leader di Hamas. Sono semplicemente un palestinese impegnato da decenni nella lotta per i diritti del suo popolo. Hamas ha avuto più del 70% dei voti a Gaza e in Cisgiordania, quindi è un legittimo rappresentante del popolo palestinese. E io sono simpatizzante di Hamas come lo sono di ogni fazione che lotta per i miei diritti». Così Mohamed Hannoun, presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, arrestato con l’accusa di essere un finanziatore di Hamas, commentava nell’agosto scorso le accuse ricorrenti di far parte dell’organizzazione terroristica. Hannoun, 63 anni, vive a Genova, e di professione fa l’architetto. Ha cittadinanza giordana, ma sta in Italia da 40 anni. Nel 1994 ha fondato l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (A.b.s.p.p.), ora accusata di essere uno strumento per raccogliere fondi per Hamas.

Nella blacklist Usa

Nel 2023 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha inserito Hannoun e la sua A.b.s.p.p. in una black list, come finanziatori del terrorismo. L’attivista palestinese ha sempre respinto l’accusa. Il 15 novembre del 2024, la Questura di Milano ha emesso nei suoi confronti un foglio di via per istigazione all’odio e alla violenza: in un comizio, Hannoun aveva elogiato i giovani che ad Amsterdam avevano aggredito i tifosi israeliani del Maccabi che insultavano gli arabi. Dopo il 7 ottobre, ha partecipato ad innumerevoli manifestazioni di solidarietà con il popolo di Gaza, ed è stato molto attivo a favore della Sumud Flotilla, partita in parte da Genova, che ha cercato di forzare il blocco israeliano. La sua partecipazione ad eventi è stata spesso contestata, per i sospetti di complicità con Hamas. A ottobre di quest’anno, Hannoun ha ricevuto un altro foglio di via di un anno da Milano, per aver giustificato le uccisioni da parte di Hamas di presunti collaborazionisti: «Dopo la tregua – aveva detto -, la resistenza palestinese, che ha pagato con il sangue, ha fatto giustizia, come in tutte le rivoluzioni del mondo».

«Pronto a trasferirsi in Turchia»

Hannoun, stava per andare definitivamente in Turchia, per trasferire lì le sue attività di finanziamento all’organizzazione terroristica. Per questo, secondo la gip Silvia Carpanini, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sussisteva nei suoi confronti un «concreto e attualissimo pericolo di fuga». Dalle intercettazioni, è emerso che il programma di trasferirsi fosse ormai in fase di attuazione. Inoltre, secondo la gip del Tribunale di Genova, c’era anche il pericolo di inquinamento probatorio: secondo quanto accertato dagli investigatori, Hannoun e gli altri indagati avrebbero «ripetutamente ripulito» si legge nel provvedimento, i loro dispositivi elettronici.

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