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Notiziario

Il governo Meloni accelera sulla separazione delle carriere dei magistrati: è in arrivo un ddl, che dovrebbe essere varato prima delle elezioni europee. Partiti ed esperti si dividono.

Dopo un vertice di governo a Palazzo Chigi, che si è tenuto venerdì 3 maggio, il Guardasigilli Carlo Nordio ha fatto sapere che presenterà un ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati entro le Europee.

L’intesa prevede carriere separate per i magistrati – che saranno distinti tra giudicanti e requirenti e dunque avranno diversi concorsi di accesso – due Csm (conseguente alla separazione delle carriere) e l’ipotesi di un’Alta Corte, cioè un organismo che giudicherà i magistrati requirenti e giudicanti. Per i dettagli si dovrà aspettare ancora, perché un testo ancora non c’è. Ma quanto è emerso fino ad ora basta ad accendere il dibattito, dividendo esperti e partiti tra favorevoli e contrari.

Chi è favore e chi è contro il ddl sulla separazione delle carriere

Il ddl annunciato da Nordio, che conterrà la separazione delle carriere dei magistrati con la conseguente creazione di due diversi Csm, è stato bocciato oggi dall’ex procuratore di Torino Armando Spataro, che lo ha definito “Una colossale impostura, una scelta priva di qualsiasi fondamento serio perché basata su argomenti falsi ed errati”, ha detto in un’intervista a Repubblica. Secondo Spataro “è solo una sorta di gigantesco slogan pubblicitario che nasce da un ormai diffuso populismo, alimentato da modalità informative spesso criticabili”.

Come sarà la riforma della giustizia del governo Meloni e cosa cambia per i magistrati

“L’omogeneità della risposta si fonda non sulla difesa di privilegi e di potere, ma sulla fedeltà a un modello costituzionale invidiato all’estero e che, grazie alla conseguente indipendenza dei pm, ha consentito eccezionali risultati nel contrasto di terrorismo, mafie, corruzione e ogni altro tipo di grave reato”, ha spiegato. A divisione avvenuta, secondo Spataro, “i pm, inevitabilmente, finirebbero sotto le direttive dell’Esecutivo. Ma la separazione condizionerebbe il giudice, perché gli verrebbero sottoposti solo gli affari trattati da un pm che dovrebbe attenersi alle direttive ministeriali o parlamentari”.

“Inevitabilmente i magistrati saranno attratti nella sfera d’influenza del potere esecutivo. Si rischia di affondare un sistema che ha permesso di combattere fenomeni come la mafia e di debellarne altri come il terrorismo. O abbiamo dimenticato il sacrificio di molti magistrati?”. La pensa così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ha detto che si sta profilando “una riforma di ‘reazione’ per così dire. Una riforma in contrasto con l’architettura costituzionale che fin qui ha offerto garanzie fondamentali ai cittadini. Si è agitata una riforma come vessillo che raccolga gli insoddisfatti della Giustizia. Ecco, appunto, la separazione delle carriere”. Secondo Santalucia, “è la riforma di chi ha in antipatia un singolo pm, un’inchiesta specifica, un provvedimento particolare”.

“Abbiamo la conferma della validità della riforma della Giustizia che propone il governo di centrodestra. Si tratta delle parole usate, ancora una volta, dal rappresentante dell’Associazione nazionale magistrati, Santalucia. Se la riforma non piace a uno così vuol dire che è una buona riforma”, ha replicato il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, chiaramente a favore della riforma.

“Santalucia e molti suoi colleghi sono l’espressione dell’errore fatto persona – ha aggiunto – Difendono l’indifendibile. Difendono l’uso politico della Giustizia. Difendono chi attribuisce le stragi a persone che hanno fatto solo del bene e hanno combattuto contro la mafia. Difendono persone che, sconfitte nelle aule giudiziarie, fanno libri per contestare le sentenze che li hanno sconfessati dopo che hanno per anni penalizzato esponenti dello Stato che hanno combattuto la mafia”. “I Santalucia, i Di Matteo e altri loro amici sono un’espressione negativa dell’Italia contemporanea – ha proseguito Gasparri – Facciamo la riforma della Giustizia per affermare il valore della Giustizia. Per garantire la trasparenza della Giustizia e la certezza della pena. Noi combattiamo il crimine. Loro vogliono difendere una casta privilegiata che ha fatto più cose negative che positive e trincerarsi dietro gli eroi veri della lotta alla mafia è una cosa che non si possono permettere personaggi così. Gente come Falcone a uno come Santalucia forse non avrebbe nemmeno rivolto la parola”.

Tra i leader politici del centrodestra il più soddisfatto è Tajani, che può così sventolare la riforma come un successo di Forza Italia, in vista delle europee: “Vogliamo portare a casa la riforma della Giustizia e sono ben lieto che ci sia un accordo a sostegno della separazione delle carriere. La proposta del ministro Nordio è la dimostrazione del fatto che questa battaglia per una ‘Giustizia giusta’ non è una battaglia per Berlusconi, ma è una battaglia per i cittadini italiani”, ha commentato ieri il vicepremier azzurro.

Anche l’alleato Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, si è schierato a favore: “La riforma della Giustizia è uno dei pilastri del programma del Centrodestra ed è indispensabile per modernizzare l’Italia, per garantire processi più equi e veloci. Lo sosteniamo da anni e dovrebbero sostenerlo tutti quelli che hanno a cuore gli interessi del Paese. È giusto e doveroso che si arrivi finalmente, dopo anni di dibattito, ad una riforma ed alla separazione delle carriere. Le riforme vanno sempre fatte coinvolgendo le categorie interessate e sarà così anche stavolta: ci auguriamo che si metta da parte ogni interesse corporativo e di parte per dare finalmente all’Italia un sistema giudiziario migliore”.

Scettico invece il leader di Iv Matteo Renzi: “La riforma della Giustizia non si farà mai con questo governo. Il ministro Nordio è una persona perbene ma dopo due anni continua a fare chiacchiericcio, non abbiamo visto niente. Sono stati aumentati i reati in questa logica per cui una volta fanno la polemica contro i rave party, una volta contro le ipotesi più strampalate. Noi siamo anche disposti a dare una mano se la fanno la riforma, ma quando la fanno? Con Nordio purtroppo stiamo solo perdendo tempo e mi dispiace perché io continuo a sostenerlo, ma Nordio zero risultati”.

Apertamente contrario invece il leader del M5s Giuseppe Conte: “Con FdI e Lega che si sono scambiati reciproco appoggio su premierato e autonomia differenziata, era evidente che Forza Italia non sarebbe rimasta a guardare. Hanno chiesto di accelerare su una riforma che ha come obiettivo manifesto mettere la mordacchia alla magistratura, asservendola al potere del governo”, ha detto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’.

Il Pd ha mostrato un’apertura, ma solo sulla questione dell’Alta Corte, ma rimane critico: “Questa maggioranza non ha fatto nulla per migliorare la giustizia come servizio a tutela di tutti i cittadini. Da inizio legislatura si sono susseguiti interventi per lo piu’ confusi se non dannosi, certamente divisivi. Da ultime indiscrezioni sembrerebbe che sia in discussione, oltre a proposte che attentano al principio della separazione dei poteri, anche la proposta dell’istituzione di un’Alta Corte che ‘giudichera’ sia i magistrati giudicanti che requirenti’. Non sappiamo quale sia il contenuto di questa proposta ma suggeriamo di dare un’occhiata a quella che abbiamo depositato in data 13 ottobre 2022; un disegno di legge a mia prima firma (S. 94 ‘Modifiche al titolo IV della parte seconda della Costituzione in materia di istituzione dell’Alta corte) che affronta il tema seriamente. Forse varrebbe la pena discutere di questo invece che utilizzare la giustizia a suggello di patti all’interno della maggioranza”, ha dichiarato la senatrice del Pd e vice presidente del Senato Anna Rossomando.

La senatrice e coordinatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, ha commentato così l’ipotesi dell’Alta corte esterna al Csm per sanzionare i magistrati: “Ho visto un’apertura del Pd, con Anna Rossomando. Non sono pregiudizialmente contraria né a questo né al sorteggio dei membri togati, ma bisognerebbe leggere bene il testo”. E sulle critiche lanciate dall’Anm, “ogni volta che c’è l’annuncio di nuovi provvedimenti c’è subito la levata di scudi”, ha commentato Paita. Infine una riflessione più generale: “Secondo me stiamo cadendo tutti nel tranello di Giorgia Meloni che usa l’annuncio per propaganda elettorale in vista delle elezioni. Non sono il mago Otelma ma la mia previsione è che non ci sarà né quella sulla Giustizia, né quella sull’Autonomia differenziata neppure quella sul premierato. Ma la cosa buffa è che tutti fanno a gara per rivendicarle”.

Gian Domenico Caiazza, capolista alle Europee, nella circoscrizione Centro, per la Lista Stati Uniti d’Europa, sarebbe favorevole al principio, ma aspetta di leggere un testo: “L’annuncio del varo della riforma costituzionale della separazione delle carriere da parte del Governo e del Ministro Nordio sarà, ad occhio e croce, il quindicesimo dall’inizio della legislatura; e tuttavia sembrerebbe ad oggi il più solenne”.

“Vengono forniti addirittura – ha aggiunto – dettagli molto specifici, e tutti positivi: doppio Csm, doppio concorso, alta Corte indipendente per i giudizi disciplinari. Molto bene, applaudiamo per la quindicesima volta. Due sole domande. La prima: come mai non c’è ancora un testo scritto? E chi lo sta scrivendo? Seconda domanda: si tratta di una riforma costituzionale, come quella del premierato e della autonomia differenziata: quando pensate di farla? Prima, dopo, contemporaneamente? Grazie per la cortese attenzione, siamo tutt’orecchi in attesa delle risposte”.

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