Lo schema di business di queste aziende è chiaro: agganciare l’utente attraverso una prova gratuita della versione a pagamento e poi, una volta che non ne può più fare a meno, fidelizzarlo alla versione pro in modo che diventi cliente.
Con l’Ai cambia il metodo di studio e nascono disparità fra gli studenti
Abituare i ragazzi all’uso del Ai già dalla fase di apprendimento significa porre delle ottime basi per creare adulti sempre più in confidenza con questa tecnologia. E forse totalmente dipendenti da essa.
Ma occorre anche fare i conti con la realtà. «Gli studenti userebbero comunque questi modelli, probabilmente le versioni gratuite», commenta Giglietto. «I ragazzi con cui ho a che fare ormai faticano a leggere un libro intero. Si affiderebbero in ogni caso a un riassunto o agli appunti della lezione che hanno seguito», prosegue.
«Purtroppo, i vecchi tempi non ci sono più, gli studenti oggi hanno queste caratteristiche. Il docente anche attraverso questi modelli può indirizzarli a leggere di più, se ha chiaro qual è lo scopo verso il quale vuole andare e se è stato formato per utilizzare queste tecnologie».
Inutile opporsi, quindi. È necessario guardare attentamente agli effetti che l’utilizzo di questi modelli genera. Un aspetto poco conosciuto è quello delle disparità sociali causato dalle capacità nettamente superiori della versione a pagamento rispetto a quella free.