Servono «misure di sistema rientranti nelle attribuzioni esclusive del legislatore che auspichiamo possa affrontare alcuni temi fondamentali che hanno innegabili ricadute sull’attività giudiziaria», ha sottolineato la Prima presidente della Cassazione nel suo intervento all’assemblea generale della Corte rilevando che «la continua proliferazione di nuovi reati» e il ricorso alla via giudiziaria per «ogni pretesa» rischiano di «vanificare le tutele» e rendono il magistrato «arbitro del bilanciamento dei diversi valori costituzionali», tema che dovrebbe essere affrontato e composto in Parlamento. Ad avviso di Cassano, sono necessarie «misure di sistema» per assicurare «l’effettività della risposta dell’ordinamento a fronte della indiscriminata giustiziabilità di ogni pretesa e della continua proliferazione di nuovi reati che rischiano in concreto di vanificare le tutele e, in assenza di parametri legislativi di priorità nella trattazione degli affari, di rendere il magistrato, dotato di una legittimazione esclusivamente tecnico-professionale, arbitro del bilanciamento dei diversi valori costituzionali in gioco che dovrebbero trovare il loro naturale componimento nella sede parlamentare quale luogo di sintesi delle diverse sensibilità».
Superato l’obiettivo Pnrr sui tempi
Un «impressionante numero di ricorsi in Cassazione, pari a oltre 80.000 l’anno, che non ha eguali nel panorama europeo e che viene gestito quotidianamente con encomiabile slancio ideale dai magistrati della Corte che, nel settore penale, definiscono i procedimenti entro 78 giorni dalla loro iscrizione e, in ambito civile, hanno ridotto, in poco più di due anni, le pendenze di oltre 30.000 unità e hanno conseguito un “disposition time” di 901 giorni, così raggiungendo e superando l’obiettivo di 977 giorni fissato dal Pnrr per il 30 giugno 2026». Così la prima presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano, nella sua relazione all’Assemblea generale della Corte.
«Siamo ben consapevoli delle grandi responsabilità che gravano sulla Corte di cassazione cui spetta coniugare, con sapienza e rigore metodologico nell’attività esegetica, l’adeguamento del dato normativo al caso concreto e al divenire sociale, la dialettica efficace tra diritto positivo e diritto vivente, la conformazione ai principi enunciati dalla Corte costituzionale, dalla Corte europea di giustizia, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la sintesi coerente delle linee evolutive della propria elaborazione in vista della costruzione di un solido sistema di precedenti per singoli settori, temi o materie idoneo a svolgere un effettivo ruolo di guida nell’interpretazione uniforme del diritto in una proiezione dialettica con i giudici di merito e, più in generale, con la comunità dei giuristi»,