Storie Web lunedì, Marzo 31
Notiziario

I primi mesi di Donald Trump alla Casa Bianca hanno convinto i Paesi Ue (ma non solo) a rimettere mano alle proprie strategie di difesa e sicurezza. Tra le conseguenze che scaturiscono da questo nuovo scenario, alcune potrebbero avere un impatto sulle commesse dell’F-35. Il caccia stealth Usa di quinta generazione a lungo raggio, costruito da Lockheed Martin, che rappresenta, allo stato attuale, la spina dorsale di una ventina di forze aeree occidentali, è sempre più al centro dell’attenzione dei governi Ue, alla prese con l’operazione riarmo delineata dalla Commissione europea targata von der Leyen.

L’F35 a bassissima osservabilità si differenzia dall’Eurofighter e dal Rafale, questi ultimi caccia di quarta generazione avanzata. Nel mondo sono stati complessivamente consegnati oltre 1000 di questi aerei, addestrati oltre 2600 piloti, e sono state effettuate oltre un milione di voli complessivi. Allo stato attuale tra i governi non è emersa una tendenza evidente a “cambiare cavallo” e a puntare su altre soluzioni. Le commesse dell’F35 non sono a rischio, ma ma non è escluso che un’accentuazione della politica “degli strappi” di Trump possa avere delle conseguenze su questo aspetto.

Lo spettro del “kill switch” da parte degli Usa

Anche perché i dubbi sull’F35 non mancano. Il mese scorso Christophe Gomart, ex capo dell’intelligence francese, attualmente eurodeputato, ha lanciato l’allarme. In un’intervista al quotidiano Le Point, ha posto l’accento su un aspetto: la capacità operativa dell’F-35 dipende sostanzialmente dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Gli Usa manterrebbero infatti il controllo su accesso al software, logistica, manutenzione. Se Washington dovesse assumere una posizione non allineata con le altre cancellerie europee, nell’ambito di un riposizionamento connesso alla presidenza Trump, potrebbero arrivare, come caso limite, a immobilizzare i sistemi d’arma con il cosiddetto “kill switch”. Il 18 marzo il Joint Program Office (Jpo), collegato al Dipartimento della Difesa americano, ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha chiarito che non esiste un “kill switch” sul jet.

L’annuncio di Trump sull’F-47

Nonostante questa rassicurazione, l’attenzione non è diminuita. Non ha aiutato l’annuncio di Trump, qualche giorno fa dallo Studio Ovale: sarà la Boeing a costruire l’F-47, aereo di sesta generazione parte del programma Next Generation Air Dominance (Ngad), il progetto per garantire agli Usa il dominio del cielo nella nuova era di guerre ipertecnologiche. E soprattutto non ha aiutato l’interruzione degli aiuti militari all’Ucraina, una scelta voluta in un primo momento da Trump, e successivamente revocata dallo stesso leader repubblicano.

Afp

Il Canada congela l’acquisto di 88 caccia

Canada e Portogallo hanno recentemente segnalato di essere disposti a prendere in considerazione alternative. Sebbene Lisbona non si sia impegnata formalmente ad acquistare l’aereo, il ministro della Difesa uscente Nuno Melo ha confidato: «La recente posizione degli Stati Uniti, nel contesto della Nato… deve farci riflettere sulle opzioni migliori, perché la prevedibilità dei nostri alleati è una risorsa più grande da tenere in considerazione». In Canada il primo ministro Mark Carney ha chiesto di sospendere, temporaneamente, i contratti per l’acquisto di 88 caccia F-35 dall’azienda statunitense Lockheed Martin. Non è una cancellazione, ha precisato Carney, ma il premier vuole capire se l’affare è vantaggioso e se non ci siano sul mercato opzioni differenti. Il Canada aveva stipulato un accordo per una maxicommessa da 13,2 miliardi di dollari.

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