Storie Web mercoledì, Ottobre 22
Notiziario

Se chiedete ai lavoratori italiani se sono soddisfatti del loro pacchetto retributivo la risposta nella gran parte dei casi è no. Il 78% dice infatti di avere un pacchetto retributivo inadeguato. Al punto che in una scala da 0 a 10 in media riceve una votazione di 6,4. Le maggiori leve per compensare retribuzioni considerate troppo basse sono i pacchetti welfare e i buoni pasto, soprattutto adesso che con la prossima legge di Bilancio la soglia di esenzione potrebbe essere portata a 10 euro.

La centralità del welfare

Coverflex, la piattaforma internazionale che si occupa di retribuzione flessibile, ha sondato un campione rappresentativo di 1.000 dipendenti italiani che hanno fatto emergere un quadro generale di insoddisfazione lavorativa ben più ampio rispetto al 2024, dovuto soprattutto ai temi retributivi. Il Report conferma la centralità del welfare aziendale come strumento decisivo per attrarre e trattenere i talenti. Nonostante il pacchetto di benefit sia l’aspetto con il più basso tasso di soddisfazione (solo il 31% si dichiara soddisfatto), tuttavia è proprio nel welfare che vengono individuati i fattori di potenziale miglioramento.

«I dati del 2025 parlano chiaro: in un mercato in cui la retribuzione di base è in stallo, la vera competizione si gioca sulla capacità delle aziende di offrire valore percepito, attraverso flessibilità e benessere – spiega Andrea Guffanti, General Manager di Coverflex -. Il welfare non è più un costo, ma un investimento strategico che migliora fiducia e produttività. Allo stesso modo, l’Intelligenza Artificiale deve essere integrata come alleato operativo, guidata da una cultura aziendale che metta sempre al centro l’ascolto e la valorizzazione delle persone. Solo chi saprà adottare un approccio human-first alla tecnologia e alla retribuzione sarà pronto a navigare il lavoro del futuro».

Pacchetti benefit su misura

Per migliorare la soddisfazione i lavoratori chiedono però pacchetti taylor made. Oltre un terzo (37%) dice infatti che l’offerta è definita dalla dirigenza senza un coinvolgimento diretto, mentre il 21% delle aziende non ha mai effettuato alcuna rilevazione sulle esigenze dei propri collaboratori. I lavoratori, invece, richiedono scelte personalizzate e flessibili, soprattutto perché il welfare è considerata la prima via di integrazione al reddito, in uno scenario di retribuzioni stagnanti, in cui il 60% dei pacchetti retributivi è rimasto invariato negli ultimi due anni.

L’apprezzamento dei lavoratori

Il welfare incontra il favore della gran parte dei lavoratori: il 91% è infatti favorevole a ricevere premi o aumenti sotto forma di beni e servizi, anche perché percepiscono il netto vantaggio fiscale. A questo proposito il buono pasto viene percepito e utilizzato sempre più come aiuto per la spesa e si trasforma da benefit per la pausa pranzo a vero e proprio strumento di sostegno al bilancio familiare: l’83% dei lavoratori lo utilizza prevalentemente al supermercato, un dato che evidenzia come i benefit tangibili e a immediato impatto sul potere d’acquisto siano i più valorizzati.

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