«L’Ue deve aumentare i suoi investimenti annuali in energia, industria e trasporti di circa 480 miliardi di euro rispetto al decennio precedente». Lo si legge nella bozza del Clean industrial deal in arrivo il 26 febbraio, di cui l’Ansa ha preso visione. «Mobilitare e fare leva sul capitale privato è fondamentale», evidenzia la Commissione europea, sottolineando che, «basandosi sul 38% del bilancio Ue» destinato a sostenere il «Green deal, anche il prossimo bilancio» 2028-2034 «sarà un fattore chiave». Bruxelles agirà «per rafforzare i finanziamenti a livello Ue, fare leva sugli investimenti privati e migliorare gli aiuti di Stato e altri regimi di sostegno nazionali».
La Commissione europea «affinerà gli strumenti di difesa commerciale esistenti» e «rifletterà insieme agli Stati membri e alle parti interessate» sulla possibilità di «ulteriori strumenti» a tutela dell’industria del continente, si legge ancora nella bozza. Bruxelles indica la volontà di «continuare a usare in modo rapido ed efficiente strumenti di difesa commerciale come i dazi anti-dumping o anti-sussidi quando necessario».
Verso l’Unione dell’Energia
«La Commissione ricorda che gli Stati membri hanno la possibilità di ridurre le imposte e i prelievi nazionali nella bolletta dell’energia elettrica, avvicinandosi alle aliquote minime di accisa previste dalla direttiva sulla tassazione dell’energia, pari a 0,5 euro/MWh per le imprese e all’aliquota Iva ridotta al minimo del 5% previsto dalla direttiva Ue , nonché di eliminare le imposte non legate all’energia e di trasferire quelle che finanziano l’energia». È quanto si legge nella bozza della comunicazione sul Piano Energia che sarà presentato assieme al Clean Industrial Deal il 26 febbraio.
«Dobbiamo finalmente realizzare un’autentica Unione dell’energia attraverso tre fattori principali. In primo luogo, abbiamo bisogno di un mercato dell’energia pienamente integrato, supportato da una rete interconnessa e da un regime normativo e di governance coeso. In secondo luogo, abbiamo bisogno di un sistema energetico decarbonizzato, guidato da un sostanziale aumento dell’energia pulita e dell’elettrificazione, e gestito con l’efficienza energetica al centro. In terzo luogo, poiché il gas naturale continua a rappresentare una parte del consumo energetico europeo, abbiamo bisogno di un mercato del gas più trasparente e competitivo e ben funzionante. Dobbiamo assicurarci che il gas sia scambiato a condizioni eque e fare leva sulla nostra forza collettiva», si legge nella bozza del Piano di Azione.