Storie Web martedì, Maggio 20
Notiziario

Con un ampio ritardo arrivano i fondi (pochi) per far decollare l’atteso bonus animali previsto dalla legge di bilancio del 2024. La manovra di un anno fa ha infatti istituto il fondo destinato a sostenere i proprietari di animali d’affezione nel pagamento di visite veterinarie e operazioni chirurgiche veterinarie nonché nell’acquisto di farmaci veterinari. La conferenza Stato-regioni ha infatti dato il via libera al decreto con i criteri di riparto dei fondi tra le regioni e i requisiti e le modalità di accesso a cominciare a esempio dal fatto che i padroni di cani e gatti dovranno dimostrare di avere un Isee inferiore ai 16.215 euro e una età superiore ai 65 anni ma anche aver registrato l’animale nella banca dati nazionale. Si accederà al bonus – in tutto un milione per più anni – in base alle richieste per ordine di ricevimento.

I requisiti per accedere al bonus animali

Il fondo ha un finanziamento per il triennio 2024-2026 pari a 250.000 euro per l’anno 2024, e 237.500 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Possono accedere al fondo i proprietari di animali da compagnia identificati e registrati nella Banca dati nazionale, sezione Sinac o nelle banche dati regionali per l’identificazione degli animali da compagnia che, a decorrere dal 1° genńaio 2024, sostengono spese per visite veterinarie, interventi, analisi di laboratorio e per l’acquisto di medicinali, che abbiano un Isee inferiore a 16.215 euro e che alla data di effettuazione di dette spese abbiano compiuto sessantacinque anni. Per accedere al fondo, «ciascun interessato – avverte il decreto – deve presentare apposita domanda alla regione in cui risiede secondo le modalità individuate da ciascuna regione, indicando il numero di iscrizione nella Banca Dati Nazionale, sezione Sinac, o nelle banche dati regionali dell’animale di proprietà e l’indicatore Isee ed allegando la documentazione relativa alla spesa sostenuta».

Come si presenta la domanda

«Ciascuna regione definisce la misura del contributo da assegnare a fronte delle spese». Ma con quale priorità si potrà accedere ai fondi? Anche qui risponde il decreto approvato che prevede che ogni regione «evade le richieste di accesso al fondo in base all’ordine di ricevimento delle stesse e fino a concorrenza delle somme assegnate con il riparto». In pratica avrà priorità chi presenterà domanda per primo. Inoltre lo stesso decreto prevede che «ciascuna regione comunica all’Agenzia delle entrate i dati relativi ai rimborsi erogati ai richiedenti ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata». Le spese veterinarie come quelle sanitarie sono infatti detraibili proprio nella dichiarazione dei redditi.

Le agevolazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi

Il bonus è da non confondere con la possibilità di beneficiare dello sconto Irpef del 19% sulle spese veterinarie, di cui era già possibile usufruirne prima. Quando si presenta la dichiarazione dei redditi, inserendo alcune spese si ottiene una detrazione e cioè una riduzione dell’imposta da versare. Secondo quanto previsto dal testo unico dell’Imposte sui redditi, sono detraibili le spese sostenute per gli animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva. Come accade per le spese mediche, l’agevolazione si applica solo oltre la cifra di 129,11 euro e fino al limite di 550 euro fino per un valore massimo di sconto pari a circa 80 euro. In particolare quando il costo per la cura di cani, gatti o altri animali risulta inferiore a 129,11 euro non si ha diritto alla detrazione. Quando si supera il valore di 129,11 euro restando nel limite dei 550 euro, la detrazione al 19 per cento si dovrà calcolare sulla quota che eccede la franchigia (la differenza tra le spese sostenute e 129,11 euro).

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