Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

Sapremo ad aprile i risultati del quinto e ultimo bando del Pnrr che ha messo complessivamente sul piatto per lo sviluppo di impianti di biometano 1,7 miliardi di euro in sostegni in conto capitale e tariffe incentivate. Durante Biogas Italy 2025 – evento annuale organizzato dal Consorzio italiano biogas (Cib) che riunisce imprese, agricoltori, industrie e istituzioni del settore, molto partecipato – Paolo Arrigoni, presidente del Gse che gestisce la misura, ha parlato di oltre 300 domande arrivate. Numeri lontani dai 50-60 progetti dei primi due bandi Pnrr, prima che la tariffa venisse legata all’inflazione. A riprova di un settore che sembra avere finalmente preso il volo.

Domande di allacciamento

Snam, gestore della rete di trasporto, conferma la curva crescente: il primo allacciamento di un impianto di biometano risale al 2016, con una media annuale di 20 contratti fino al 2021 che il dm 15/09/22 ha moltiplicato: 104 (su 328 richieste) nel 2023, 219 (su 378) nel 2024. Le domande di connessione pervenute nel 2023 sono state 328, mentre nel 2024 ne sono arrivate 378. La connessione alle rete di trasporto e alle reti energetiche in generale si rivela quindi uno strumento fondamentale di accesso al mercato e di sviluppo della tecnologia. Ad oggi sono 106 gli allacciamenti entrati in esercizio, mentre altri 390 sono in fase di ingegneria o realizzazione, dei quali oltre 40 entrati solo negli ultimi due mesi.

Gli impianti in sviluppo

Se ora saturare il contingente incentivato messo a gara dal Pnrr attraverso il dm 15/09/22 (257mila mc orari) sembra a portata di mano, il problema diventa la compressione dei tempi: gli impianti – come tutti i progetti legati a finanziamento Pnrr – dovranno essere pronti entro il 30 giugno 2026. La corsa è d’obbligo, come pure lo stress della filiera. E si apre già lo scenario successivo: gli operatori chiedono di dare continuità ai sostegni dedicati al settore. Per il supporto di progetti che altrimenti si fermerebbero. E in prospettiva per arrivare al traguardo Pniec di 5,5 miliardi di metri cubi al 2030. Oggi la produzione è pari 750 milioni metri cubi annui: il Pnrr dovrebbe assicurare altri 2,8 miliardi di metri cubi. Secondo le simulazioni del Cib, mancano 675 impianti per raggiungere questo obiettivo, che si aggiungono ai 116 incentivati col primo strumento dedicato (dm 02/03/2018 per il biometano per il trasporto) e ai 541 stimati che usciranno dal Pnrr.

Il post Pnrr

«Il settore sta dimostrando un dinamismo straordinario, ma è essenziale lavorare affinché i cantieri riferiti alla misura biometano Pnrr che in questi mesi si sono aperti e quelli che si apriranno a breve possano concludersi nei giusti tempi», ha commentato il presidente del Cib Piero Gattoni: «La proposta che abbiamo immaginato per garantire la stabilità del nostro settore va nella direzione di garantire a tutti, anche a quelli che hanno partecipato al quinto e ultimo bando del Gse, di poter accedere alla misura del Pnrr, evitando così di disperdere risorse preziose. Insieme alla definizione di un quadro normativo post-Pnrr che favorisca lo sviluppo di biometano e biogas». Su questo fronte, dal ministero dell’Ambiente è arrivata la conferma di lavori in corso per una riforma dei costi di allacciamento che riduca i carichi a carico del proponente, per delineare un nuovo sistema di incentivazione che servirà per il post-Pnrr e che metta insieme produttori e utilizzatori.

Avere orizzonti di lungo periodo stabili, in continuità con gli strumenti che in questi anni hanno favorito il decollo del settore, rimane una necessità fondamentale per gli operatori industriali per programmare investimenti e strategie. In particolare in Italia dove la filiera tecnologica è un’eccellenza riconosciuta.

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