Una partnership tra pubblico e privato per creare in Italia un tessuto imprenditoriale nell’ambito della biodiversità. Il bando promosso dal Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) ha questo ambizioso obiettivo: selezionare un incubatore o acceleratore operativo in questo settore per stimolare la nascita di start up e formare le professionalità necessaria, per trasferire i risultati della ricerca all’industria, come previsto dal progetto del Pnrr che ha dato vita a cinque centri nazionali per la ricerca, tra cui appunto il Nbfc, al 100% controllati dal ministero dell’Università e della ricerca.
Scadenza il 19 ottobre
«Abbiamo già fatto una serie di iniziative rivolte alle imprese, attraverso bandi a cascata – spiega Luigi Fiorentino, presidente del Centro nazionale per la biodiversità – a cui hanno partecipato aziende che poi hanno sviluppato tecnologie e progetti. In questo caso invece, attraverso un avviso pubblico che scade il prossimo 19 ottobre, vogliamo selezionare un acceleratore o un incubatore di start up, certificato dal Mimit attraverso l’apposito registro, con il quale condividere un progetto di investimento e favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese innovative nel campo della biodiversità».
La gara si divide in due fasi: la prima è una sorta di prequalifica, per così dire, per cercare soggetti interessati a collaborare che rispondano a determinati parametri, in termini di dimensione organizzativa, di bilancio e di esperienza. I candidati che supereranno questa prima selezione dovranno presentare dei progetti e su questi saranno valutati. «Dovranno dirci come intendono gemmare e far nascere queste start up, come pensano di alimentarle e di formare i giovani – precisa il presidente -. Dovranno in sostanza illustrarci il metodo, il percorso e il modello che seguiranno».
Partnership pubblico-privato
Il bando prevede inoltre che ci sia una stretta sinergia tra l’incubatore o acceleratore e lo stesso Nbfc, dato che il soggetto promotore dovrà illustrare come coinvolgere la comunità scientifica del Centro nello sviluppo del progetto imprenditoriale. Anche perché – e questo è un aspetto interessante – la gara prevede espressamente una integrazione tra le due realtà, dato che Nbfc entrerà nel capitale sociale del soggetto stesso.
«Anche in termini di governance chiediamo delle garanzie – aggiunge Fiorentino -: il Centro dovrà avere gli strumenti e le leve, assieme al privato, per indirizzare il progetto imprenditoriale nell’interesse pubblico e per questo metteremo un nostro rappresentante nel collegio sindacale. Non si tratta di un’operazione di puro business per incentivare le imprese private, ma di una partnership vera tra pubblica amministrazione e imprese private per fare sì che queste aiutino la Pa a costruire un sistema di piccole imprese e quindi un mercato interessato alla biodiversità».