A Ponte San Pietro, nel bergamasco, in uno studio medico una quarantaduenne di origini russe riceveva le proprie “pazienti”, attratte, principalmente, dalla pubblicità affidata alle pagine dei social network Instagram e Facebook. Praticava, senza tuttavia averne titolo, non essendo uno specialista, interventi di medicina estetica per correggere, soprattutto, inestetismi del volto. Eseguiva, infatti, infiltrazioni di tossina botulinica e filler di acido ialuronico. Per farlo, peraltro, si avvaleva di farmaci di origine asiatica ed est europea, il cui utilizzo, in Italia, non era stato autorizzato dall’Agenzia Italiana per il Farmaco.
Tendenza
- Riccardo Bossi condannato a 16 mesi per maltrattamenti alla madre
- Orsini: presenteremo a Palazzo Chigi un piano per crescita, Ue intervenga su prezzo energia
- Il ceo di Amazon scrive ai dipendenti: l’IA ridurrà la nostra forza lavoro
- Trump attacca Powell: «Abbiamo uno stupido alla Fed»
- Pokerissimo azzurro, Bulgaria battuta 3 a 1
- A Fiera Milano appalto da 30,7 milioni di euro per le Olimpiadi invernali 2026
- La Corea del Nord invierà nel Kursk cinquemila genieri e mille sminatori
- All’Onu a New York, la voce dell’Italia sull’inclusione
Storie Web
mercoledì, Giugno 18