Il Brunello di Montalcino come Trump. Sono gli stati del Sud degli Usa, dalla Florida alla Virginia e al Texas a spingere le vendite del principe dei rossi toscani oltrefrontiera. Nei 17 Stati che sono stati la roccaforte elettorale del neo presidente Usa, si concentra ben il 42% del consumo totale di vino a stelle e strisce. In quest’area del paese, inoltre, nei primi nove mesi dell’anno le vendite di Brunello di Montalcino hanno messo a segno un progresso del 19% in volume e del 14% in valore. Negli Usa nel complesso la performance è stata del +5% in volume in totale controtendenza rispetto alla media del vino italiano che ha registrato un -6 per cento.
È quanto emerge dal focus “South” realizzato dall’Osservatorio Uiv su base SipSource per il Consorzio di tutela presentato nel corso della manifestazione Benvenuto Brunello (che si chiude oggi 18 novembre).
Secondo l’indagine, è la costa atlantica e soprattutto il canale off-trade, ovvero della grande distribuzione, a segnare il balzo della domanda. In prima fila le grandi catene di grossisti come CostCo, presso i quali si riforniscono sempre più spesso anche i ristoranti e che hanno registrato un +47% per le bottiglie di Brunello da oltre 50 dollari.
«Il Sud degli Stati Uniti – ha commentato il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – è l’area a maggior concentrazione al mondo del nostro Brunello, un mercato fondamentale all’interno del top buyer globale americano. I numeri che vediamo oggi nel Sud degli Usa sorreggono inoltre anche le difficoltà di altri areali e contribuiscono al saldo generale positivo nel mercato statunitense. E di questi tempi è un grande risultato».
L’edizione 2024 di Benvenuto Brunello sarà anche l’ultima di Fabrizio Bindocci alla guida del consorzio, carica ricoperta negli ultimi due mandati dopo essere già stato presidente all’inizio degli anni 2000. «Questa mia seconda presidenza partita nel 2019 è stata ricca di sfide – ricorda Bindocci – a cominciare dal Covid. Ma molte sono state le sfide anche sul governo della denominazione a cominciare dall’allargamento, deciso in accordo con i produttori, di 380 ettari del bacino produttivo del Rosso di Montalcino. Non si tratta di nuovi ettari piantati ma di Sangiovese che già era prodotto e imbottigliato come Igt Toscana e che ora può essere rivendicato come Rosso di Montalcino. Avremo due milioni di bottiglie in più di un’etichetta che non è un secondo vino ma un prodotto con una propria identità e, soprattutto, una forte domanda di mercato».