Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

La trattativa sulla vertenza Beko, la multinazionale degli elettrodomestici che ha dichiarato 1.935 esuberi, rallenta. Nell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Beko ha annunciato di aver dato un incarico a Sernet per la ricerca di un investitore a Siena. Il Governo invece non si è detto ancora pronto ad acquisire lo stabilimento, pur avendo avviato un percorso su cui i sindacati ritengono di non aver ricevuto ancora le necessarie garanzia tanto sul fronte della reindustrializzazione, quanto su quello della continuità occupazionale.

«Sono stati portati all’attenzione alcuni punti che ritenevamo già definiti e ne sono emersi di nuovi che necessitano di un approfondimento adeguato», commenta Maurizio David Sberna, Direttore delle Relazioni Esterne di Beko Europe. «Siamo convinti che ci siano tutti gli elementi necessari per proseguire un confronto costruttivo, con l’obiettivo di arrivare a un accordo a nostro avviso tanto auspicato quanto auspicabile. Confidiamo che il prossimo incontro del 25 marzo possa permettere di chiudere il cerchio».

Come spiegano Fiom, Fim e Uilm in una nota, i nodi emersi nel confronto sono ancora numerosi. Oltre alla chiusura del sito senese che i sindacati considerano inaccettabile, un’altra questione importante riguarda gli impiegati. La multinazionale ha annunciato di aver ridotto ulteriormente gli esuberi che sono passati da 295 a 275, mentre sulla ricerca e sviluppo non è stato fatto alcun passo in avanti. I sindacati considerano la proposta ancora troppo debole.

Rimangono aperte anche le questioni sugli altri stabilimenti: è ancora in valutazione l’assegnazione a Comunanza di una nuova produzione, a Cassinetta c’è l’impegno a mantenere l’attuale assetto produttivo sul freddo, benché in futuro non si possano purtroppo escludere sovrapposizioni fra le varie gamme del gruppo, mentre sulla cottura è in studio un nuovo prodotto.

Quanto agli strumenti attraverso i quali gestire la vertenza i sindacati insistono sul ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi e ad altre opzioni volontarie come il part time, nonché ad uscite incentivate finalizzate alla pensione o comunque volontarie, utili in ogni modo a scongiurare i licenziamenti unilaterali. Abbiamo ricevuto una disponibilità di principio da parte aziendale, benché sia ancora tutto da verificare il percorso effettivamente praticabile.

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