Storie Web mercoledì, Luglio 3
Notiziario

La trattativa era stata interrotta. I rappresentanti di Banco Bpm dovevano rivedersi il 10-11 luglio con i segretari nazionali delle cinque sigle sindacali bancarie per riannodare i fili sull’uscita incentivata di 1.630 persone. Giovedì mattina il cambio di programma: a quanto è trapelato, i rappresentanti dell’istituto di credito guidato da Giuseppe Castagna, nell’ambito di un incontro su altre tematiche, hanno posto sul tavolo anche la questione del piano di incentivazione e del fondo di solidarietà, utilizzato dalle banche in fase di ristrutturazione. A quel punto, le delegazioni di tre sindacati (First-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca) sono uscite dalla stanza, a differenza di Fabi e Unisin. Sancita così la spaccatura tra le organizzazioni dei lavoratori.

I numeri

Cosa è emerso dal tavolo di giovedì mattina? Dalla nota diffusa da Fabi, emerge che 484 dipendenti hanno aderito alla proposta dell’azienda che prevedeva un’offerta di mensilità, da 2 a 4 per la pensione di vecchiaia e da 4 a 6 per la pensione anticipata. A coloro che hanno aderito alla proposta di incentivi, vanno poi aggiunti i 182 dipendenti che matureranno la pensione di vecchiaia nel biennio 2025-2026.

Si raggiunge così quota 666. E per gli altri mille? «Qualora non si raggiungesse un’intesa – si legge nella nota Fabi – in ambito fondo di solidarietà, l’azienda si è già detta pronta nel proseguire l’incentivazione alla pensione, anche per l’anno 2026, così da raggiungere i numeri previsti dal piano industriale anche senza il confronto con il sindacato».

Banco irremovibile

Margini di trattativa pari a zero allora. Questo almeno sembra emergere anche dalla posizione del Banco Bpm interpellato da Plus24: «La banca ha avviato la trattativa con i sindacati lo scorso 7 marzo ed è soddisfatta della campagna d’incentivazione avviata a inizio giugno, campagna che si concluderà a fine giugno. La banca garantirà i numeri del piano industriale che prevedono un delta di 800 persone tra entrate e uscite». Viene poi aggiunto che «la banca continuerà nella ricerca di un accordo».

Ma se il rapporto fra entrate e uscite resta 2 a 1, sarà dura trovare un’intesa con i tre sindacati che hanno abbandonato il tavolo e che rappresentano la maggioranza dei dipendenti della banca di Piazza Meda; First Cisl, Fisac Cgil e Uilca fanno sapere che puntano a un maggior numero di assunzioni per alleviare i carichi di lavoro dei dipendenti che restano e per garantire un miglior servizio ai clienti.

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