Baglietto punta ad allargare gli spazi nel cantiere della Spezia, con un investimento di oltre 20 milioni di euro, ma guarda anche ad acquisizioni nella filiera di fornitura, in primis nel campo della carpenteria nonché in quello delle aziende che realizzano interni per le barche.
A raccontarlo è Fabio Ermetto, chief commercial officer del gruppo che fa capo alla famiglia Gavio ed è specializzato nella realizzazione di yacht dai 35 ai 60 metri (anche se il manager non esclude la possibilità che, a breve, possa essere costruito un scafo da 70 metri). L’azienda, nel 2024, ha totalizzato un valore della produzione di 154,4 milioni (contro i 140 del 2023) e un Ebitda di 6,5 milioni (9,5 nel 2023), con una previsione di crescita del fatturato del 10% nel 2025. Attualmente conta 107 dipendenti.
«Alla Spezia – afferma Ermetto – stiamo lavorando per allargare il cantiere, concentrandoci su capannoni (oggi se ne contano 6, ndr) e infrastrutture. Purtroppo in quell’area siamo molto limitati, perché circondati da altre strutture e quindi abbiamo allungato il cantiere estendendoci dove potevano, cioè verso il mare (con due pennelli realizzati nel 2023-2024, ndr), stiamo ricostruendo tutti gli uffici più grandi e, a questo punto, il prossimo step è lavorare sui capannoni, per farli più alti, più lunghi e più moderni e costruirne pure uno nuovo. Anche perché la taglia media delle nostre barche è cresciuta e, in questo momento, il mercato è ritornato molto sul custom, che per noi rappresenta il 30% della produzione. Il custom, peraltro, mediamente si concentra su barche dai 50 metri in su; di qui la necessità di allargare le nostre infrastrutture spezzine: dobbiamo poter supportare questa taglia media un po’ più grande».
Investimento con nuovo capannone
Il progetto che prevede il refreshing del cantiere e il nuovo capannone fa parte del piano pluriennale del gruppo, presentato all’Autorità di sistema portuale della Spezia, che prefigura investimenti per oltre 20 milioni di euro e ha consentito a Baglietto di ottenere un prolungamento della concessione demaniale, fino al 2073. «A Carrara (dove l’azienda ha un altro cantiere con 8 capannoni, ndr) – prosegue Ermetto – abbiamo già investito qualche anno fa e triplicato gli spazi; mentre ora stiamo guardando, per il momento come osservatori interessati, alla filiera, perché è importante capire se lì ci possano essere sviluppi interessanti, sotto il profilo delle acquisizioni. Penso, in primo luogo alle carpenterie e poi alle aziende che costruiscono interni. Entrambe le categorie, al momento, sono due anelli deboli, che possono molto influenzare il tempo di realizzazione di una barca».
Per questo, aggiunge, «quando possiamo, la carpenteria la facciamo in casa, specialmente per le imbarcazioni fino ai 45 metri; questo permette non solo di controllare la qualità, ma anche la tempistica che, come dicevo, è fondamentale quando parliamo di scafo e sovrastrutture. Dunque, stiamo ragionando sulla possibilità di portare, sempre di più, in casa questo tipo di lavorazioni. Il che significa o valutare possibili allargamenti dell’infrastruttura, e quindi avere più spazi per costruirci le carpenterie internamente, o valutare possibili acquisizioni».