Storie Web lunedì, Dicembre 23
Notiziario

La storica vittoria alle elezioni del 29 settembre non apre all’estrema destra austriaca le porte del governo, come peraltro diversi analisti ipotizzavano. Il presidente Alexander van der Bellen ha infatti ufficialmente incaricato il cancelliere uscente, Karl Nehammer, leader dei Popolari dell’ ÖVP, di formare l’esecutivo, invitandolo ad avviare consultazioni con i socialdemocatici dell’SPÖ.

Dietro l’esclusione dell’FPÖ dall’incarico, il rifiuto di tutti gli altri partiti di governare con il controverso leader del Partito della libertà, Herbert Kickl, preannunciato prima del voto e ribadito nelle tre settimane successive. Il presidente van der Bellen, noto a sua volta per posizioni tutt’altro che favorevoli all’FPÖ, ha voluto esplicitarlo dopo il conferimento dell’incarico: «Le elezioni del 29 settembre – ha detto l’ottantenne capo dello Stato in un intervento televisivo – non erano una corsa in cui il partito che taglia per primo il traguardo ottiene automaticamente l’incarico di formare il governo. Se un partito vuole governare da solo, deve superare il 50%. Non è sufficiente raggiungere il 10, il 20 o il 30 per cento».

Kickl ha subito reagito dichiarando che sarebbe antidemocratico non far governare il suo partito e ha messo in guardia dal formare una «coalizione di perdenti» che lo escluda. «Questo – ha scritto su Facebook rivolto ai suoi sostenitori – potrebbe sembrare uno schiaffo a molti di voi. Ma – ha concluso – vi prometto che l’ultima parola non è ancora stata detta», aggiungendo che attenderà l’esito dei colloqui di coalizione.

Sono peraltro colloqui che non si annunciano facili, come le parole improntate alla cautela di Nehammer hanno fatto capire.

Il Partito della libertà il mese scorso è stato il più votato, per la prima volta in un voto nazionale, con il 29% dei consensi, davanti all’ÖVP e all’SPÖ. Insieme i due partiti, peraltro divisi da programmi piuttosto distanti soprattutto in materia di tasse, avrebbero una maggioranza di un solo seggio, per cui Nehammer si è subito affrettato a specificare che «per garantire una maggioranza parlamentare stabile servirà un terzo partner», con tutta probabilità i liberali di NEOS (quarti) più che i Verdi.

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